Sea Adventure associazione gommonautica sportiva dilettantistica
affiliata al C.S.I. (Centro Sportivo Italiano)

Raid Experience Challenge 2005

Sollecitata dalle richieste di tanti gommonauti desiderosi di provare l'emozione della navigazione a largo raggio, la ciurma di Sea Adventure ha deciso di mettere in cantiere il Sea Experience Challenge che, come recita la sigla, è un impegnativo raid a tappe che si propone il presuntuoso compito di aumentare il bagaglio d'esperienza dei partecipanti. L'idea è piaciuta subito e l'entusiasmo è salito tanto che nei primi giorni del 2005 avevamo ricevuto ben 97 adesioni. A questo punto è iniziata la selezione degli equipaggi, rigorosamente per data d'iscrizione, per arrivare ai 12 definitivi. Eravamo consci che tutto quest'entusiasmo si sarebbe pian piano affievolito a causa delle più svariate motivazioni: lavoro, tempo disponibile, acciacchi fisici, famiglia, budget etc, cosa che, puntualmente si è verificata e ha ridotto definitivamente ad otto gli equipaggi in partenza. Il solo rimpianto è di aver ricevuto le defezioni troppo tardi per poter reintegrare gli altri equipaggi iscritti. Per dare continuità ai test tecnici che proponiamo ad ogni raid, questa volta la scelta del gommone è caduta sull'MV 780 Comfort della Motonautica Vesuviana, nell'inedita versione fuoribordo. Il battello del cantiere partenopeo è stato motorizzato con uno dei Suzuki DF 250 a 4 tempi già utilizzati nell'OlimpicRaid2004, e proprio dal fuoribordo giapponese sono arrivate le prime traversie e se, il buongiorno si vede dal mattino, questa nuova avventura non avrebbe potuto avere un prologo peggiore visto che a poche ore dalla partenza il nostro motore risultava ancora privo di quella lunga protuberanza che nel comune gergo nautico viene definito piede. Il problema è scaturito dall'uso improprio che "qualcuno" ha fatto di tale motore e, proprio quando il destino sembrava avere inderogabilmente deciso per il posticipo della partenza, abbiamo potuto ritrovare il sorriso grazie all'aiuto del patron della Nautica Mediterranea Yacthing, Ugo Lanzetta, che ci ha fornito un piede nuovo di zecca da applicare al nostro possente propulsore. Dato a Cesare... diamo inizio al racconto di questo Sea Experience Challenge 2005 che, per la prima volta nella storia della Sea Adventure, non è stato un raid con un solo gommone ma ha visto alla partenza ben otto equipaggi provenienti da ogni parte d'Italia. L'itinerario prescelto è tra i più spettacolari che la navigazione in gommone possa riservare e la partenza avviene dalle efficientissime strutture del Marina di Pescara, una tra le più qualificate realtà che il diporto nautico della nostra penisola possa vantare. 

Domenica 26/06 1° tappa: sono ormai le 10.00 e siamo finalmente pronti a muovere: qualcuno, come Luca 1 e Luca 2, sono arrivati soltanto da pochi minuti poiché il fratello di Luca 1 ieri è convolato a giuste nozze e così, dopo un finale di giornata dedicato alle libagioni nuziali, i due hanno dovuto sobbarcarsi una nottata con oltre 600 km di traino stradale. Non siamo messi bene neppure noi, che stiamo cercando disperatamente di smaltire una distruttiva serata gastronomica avvenuta presso il maniero di Lucio e Carmelina, durante cui il padrone di casa è stato ufficialmente nominato Gran Maestro dell'Ordine dell'Arrosticino. Meno male che oggi Nettuno è dalla nostra parte e le 60 miglia che ci separano dalle isole Tremiti sono soltanto una formalità. Primo bagno nelle splendide acque di San Domino e, naturalmente, primo assaggio del prosciutto crudo da 13 kg che Michele ha portato con sè da Sperlonga. La navigazione riprende faticosamente verso Vieste dove ci incontriamo con Marcello Cavallo, presidente dell'Adventure Club Foggia che ci ha prenotato l'ormeggio serale presso la Darsena gestita dal simpatico Michele ed un'abbondante cena presso la locale sede della Lega Navale. Dopo cena soltanto i tre vecchierelli hanno ancora forze sufficienti per fare quattro passi nella pittoresca Vieste alta in compagnia di Marcello e Maria mentre la gioventù si ritira per la notte nelle tende o in hotel. 

2° tappa: oggi si comincia a fare sul serio visto che tenteremo di arrivare sino a Castro Marina, il che comporta una navigazione di ben 180 miglia. Il mare non è proprio calmo ma, per fortuna, spinge da poppa consentendo una buona andatura anche ai piccoli sei metri; durante queste prime miglia abbiamo modo di constatare che se si riesce a navigare in formazione "a ventaglio" riusciamo a controllarci vicendevolmente per cui risulta assai facile accorgersi se qualcuno resta indietro o si trova in difficoltà; ma, come sempre, dal dire al fare c'è di mezzo... Al traverso di Brindisi operiamo una sosta per ritemprare gli stomaci duramente provati dalle onde e, soprattutto, dalle quattro ore di navigazione; il Cab ed il Solemar approfittano della sosta per entrare in porto e reintegrare il carburante; Michele e Nerino si sono resi conto che i consumi, causa il notevole carico, sono piuttosto elevati ed in tappe così impegnative non sembrano andare d'accordo con la capacità dei loro serbatoi. Per quanto riguarda il binomio MV 780/Suzuki DF 250, la tabella consumi segna un ottimo 22.50 litri/h che, applicati ad un serbatoio da 280 litri fornisce una percorrenza media di oltre 12 ore. Mi avvicino al resto dei naviganti per un rapido controllo ma il morale è decisamente alto e tutto sembra procedere per il meglio. Riprendiamo la corsa verso Otranto dove facciamo tutti il pieno di carburante, poi puntiamo dritti su Castro Marina dove passeremo la notte presso il pontile gestito dall'amico Alessandro. All'ingresso del porticciolo troviamo ad attenderci Peppe (Corso) e Maria Antonietta che sono partiti da Trapani per unirsi alla nostra piccola flotta; per chiudere degnamente la giornata dobbiamo segnalare il pesante attacco notturno portatoci da circa dieci milioni di zanzare e da cui usciamo decisamente provati.

3° tappa: anche oggi ci aspetta una lunga giornata di navigazione, circa 160 miglia, che ci porterà direttamente in Grecia, nell'isola di Lefkada; il mare sembra la fotocopia di ieri, inizialmente arriva sul giardinetto di sinistra, poi gira per trasformarsi in una bella poppa piena; gli equipaggi sono ormai temprati dalle miglia di ieri ed il miraggio di entrare in acque greche sembra mettere le ali ai piedi a tutti. Navighiamo per molte ore in mare aperto e la mancanza dei punti di riferimento che offre l'abituale vista della costa crea qualche piccola apprensione soprattutto negli equipaggi meno navigati, ma le paure e quel leggero velo di stanchezza si sciolgono come per incanto davanti al bagliore delle spiagge che si trovano nella zona sud/ovest di Lefkada e nessuno, ma proprio nessuno, compreso chi non sa nuotare, sa resistere alla tentazione di immergersi in queste meravigliose acque dalla trasparenza accecante. All'interno del grande golfo situato a sud dell'isola troviamo il distributore del carburante in banchina, l'unico che incontreremo in Grecia per tutta la durata del viaggio, poi ci spostiamo a Meganissi, in una piccola baia che sembra possedere moltissime delle qualità scenografiche per essere definita l'anticamera del Paradiso. Nel pittoresco ristorante di Porto Spilia, gestito dal gigantesco Babis, avviamo il primo stretto rapporto con i meravigliosi sapori della cucina greca che durerà per tutto il nostro periodo di permanenza; ah, quasi dimenticavo, in questa meravigliosa e calda serata abbiamo candidamente fatto sparire anche una cernia bianca da oltre 5 kg...

4° tappa: a causa delle moderate libagioni e dei troppi brindisi della sera precedente, riusciamo a salpare le ancore soltanto alle 10.00 con prima destinazione Fiskardo, bellissimo borgo marinaro situato nella zona nord/ovest dell'isola di Cefalonia; il grazioso porticciolo è però preso d'assalto da troppe imbarcazioni perciò decidiamo di cercare un pò di tranquillità in una caletta solitaria. Da queste parti non ci vuole molto per trovare il sito ideale per dare sollievo a degli stremati naviganti e in un attimo tutti i gommoni sono all'ormeggio e tutti i marinai a mollo. Un breve consulto tra gli equipaggi porta alla soluzione che si potrebbe dare fondo a quei nove/dieci chili di bistecche argentine che Michele ha portato con sè per scongiurare un eventuale attacco di anoressia globale, la terribile malattia che è sempre in agguato per colpire il navigante poco accorto nel fare cambusa. Caso vuole che stamattina, durante una coraggiosa ricognizione all'interno di quello che restava di un vecchio camper, Massimo ed io abbiamo scovato una rete metallica da subito ritenuta ideale come griglia di cottura. Mi è impossibile descrivere la quantità di cibi che è uscita dai sette gommoni visto che Peppe e la sua compagna hanno purtroppo declinato il nostro invito. Terminata l'operazione "Argentina" provvediamo ad operare una radicale pulizia del sito, tanto che anche ai fenomenali investigatori di C.S.I sarebbe risultato impossibile trovare la benchè minima traccia del misfatto. La navigazione riprende verso Patrasso meta finale di giornata; qualcuno con l'occhio ancora vispo si accorge che il Cab di Michele sta costantemente migliorando le proprie prestazioni velocistiche e non ci vuole certo uno scienziato per capire che la causa è da ricercarsi nel costante e metodico alleggerimento dell'enorme carico di viveri che si è portato dietro! Patrasso è una città poco attraente ma la sosta diviene obbligatoria per il rifornimento; il gestore del camion/cisterna ci informa mestamente che potrà portarci la benzina soltanto alle nove di domani mattina e così qualcuno può finalmente toccare con mano che in questo Paese le problematiche legate al rifornimento del carburante sono un fatto assolutamente normale. 

5° tappa: sono le 09.00 e siamo pronti a partire per la prima meta di oggi che è rappresentata dal canale di Korinto; gli equipaggi sono gasatissimi e dopo qualche foto sotto al sinuoso ponte che collega Patrasso alla terra ferma, puntiamo decisi sul mitico canale. Un vento da sud/est alza un pò d'acqua sulle nostre prue ma senza riuscire a rallentare la nostra marcia di avvicinamento ad Atene; l'ultimo tratto di navigazione avviene su un mare forza olio ed il colpo d'occhio dei gommoni schierati a freccia e lanciati in piena velocità fa venire la pelle d'oca. Siamo ormai davanti allo strettissimo budello di Korinto ma per passare dobbiamo aspettare quasi un'ora; davanti a noi ci sono tre barche a vela, quindi, l'attraversamento avviene a velocità molto bassa, cosa che ci dà modo di godere appieno dell'emozione di trovarsi in questo luogo dal fascino particolarissimo. Quest'anno c'è anche la novità del bungje jumping, ovvero dei saltatori con l'elastico che si buttano dal ponte nel bel mezzo del canale; un'emozione non prevista ma decisamente piacevole. All'uscita del canale tutti a terra per pagare il ticket di transito che è risulta essere di € 76,00 per i sei metri e di € 96,00 per gli altri; da questo punto non restano che una trentina di miglia per arrivare ad Atene, giro di boa del raid. Nell'ultimo tratto il mare ci arriva dritto di prua, corto e duro come a volerci offrire un piccolo assaggio di quello che dovremo affrontare quando inizierà a soffiare il Meltemi. Arriviamo nel porto di Kalamaki ma non ci sono posti disponibili per tutti, quindi, ci spostiamo al Faliro Marina dove il Presidente del Club del Gommone di Atene ci sistema per il meglio a costo "zero".

Venerdì 1° Luglio: oggi giorno dedicato al riposo, al riordino dei mezzi e, niente sogghigni prego, al bucato; in giornata, via aerea, arrivano ad Atene l'amico Alberto Zappa e Gianna, la moglie di Luca 1; adesso la ciurma è proprio al gran completo. Come succoso fuori programma notturno rimediamo la compagnia di una cinquantina di giovani assatanati a bordo di auto super elaborate, evidentemente la moda Fast & Furios che impazza in mezzo mondo ha colpito anche i giovani ateniesi che si esibiscono in una fumante gara a colpi di sgommate proprio sul piazzale antistante il Marina; il tutto è condiviso da circa duecento spettatori che fanno un tifo infernale ad ogni evoluzione delle auto. In occasioni limite come questa solo i navigatori più "dotati" riescono a prendere sonno prima della fine dello spettacolo che si protrae ben oltre le tre del mattino. L'indomani è interamente dedicato alla cultura con l'immancabile visita alle antichissime vestigia dell'Acropoli, museo compreso; la giornata è caldissima e la visita risulta piacevolissima ed appagante ma decisamente faticosa, meno male che il servizio andata/ritorno offerto dalla nuova tramvia a marchio Pininfarina è rapido e confortevole grazie anche al meraviglioso ausilio dell'aria condizionata. Nel tardo pomeriggio diventiamo protagonisti di un altro fuori programma davvero inaspettato: una violenta folata di vento manda in acqua uno scooter, guarda caso di fabbricazione nostrana (Piaggio), parcheggiato sul bordo proprio a pochi metri dai nostri gommoni; il giovane proprietario si aggira disperato sul molo mentre le bolle d'aria che salgono dal fondo segnalano il luogo preciso dell'affondamento. Non c'è nemmeno bisogno di parlare.. in un attimo siamo pronti al recupero: senza vedere assolutamente nulla ma con l'ausilio di una piccola àncora ad ombrello e di un magico colpo di culo l'ancora aggancia il parabrezza dello scooter immerso e con l'aiuto dei forzuti della compagnia, nella fattispecie Nerino e Giovanni 2, il recupero è cosa presto fatta. Questo episodio contribuisce a metterci in buona luce presso tutti i diportisti presenti e a rafforzare la validità di due delle mie teorie basate sull'espressione "soltanto": la prima è che un'àncora ad ombrello può servire soltanto al recupero di oggetti immersi; la seconda è che soltanto da un colpo di culo può arrivare la soluzione positiva ad una situazione disperata! Il vento che ha prodotto il misfatto dello scooter continua a soffiare indomito tanto che parte della ciurma inizia a nutrire qualche dubbio di troppo sulla partenza di domani; per fortuna sono abituato a questi cambiamenti repentini del tempo e cerco di tranquillizzare gli animi sfruttando la terza teoria del soltanto: le condizioni meteorologiche possono evolvere seguendo tre semplici opzioni: possono peggiorare, possono migliorare o possono restare come sono; chiarito questo semplicissimo concetto, domani mattina si esce dal porto e si vede cosa succede e soltanto dopo, decideremo il da farsi!

 6° tappa: a piena conferma delle mie oroscopiche convinzioni, oggi il vento sibila in modo meno violento ed il mare sembra in calata. I volti sono sorridenti a testimonianza dello scampato pericolo, quindi, giù le manette e prue sul magico arcipelago delle isole bianche. Dopo una sosta tecnica a metà percorso, ovvero ad una quarantina di miglia dalla partenza, puntiamo dritti sul grande golfo che si apre a nord dell'isola di Milos, una delle perle più pregiate dell'arcipelago delle Cicladi. All'arrivo ormeggiamo al molo della piccola ma pittoresca cittadina, dove abbiamo la bella sorpresa di trovare le boe con i corpi morti a cui legare la poppa dei nostri gommoni; un paio di anni fa non c'erano ancora e mi sono dovuto arrangiare con la consueta àncora a poppa. La giornata passa tra bagni e l'asciugatura dei gommoni, problema causato da un furioso temporale che dura soltanto lo spazio di mezz'ora ma che rinfresca l'aria tanto da farci indossare per la prima volta i calzoni lunghi. 

7° tappa: la giornata odierna è dedicata al periplo dell'isola dove fu scoperta la famosissima Venere che si trova oggi al museo del Louvre a Parigi; l'abbiamo considerata una vera e propria tappa poiché la percorrenza sarà di 75 miglia. La giornata è allietata da un sole abbagliante e le meravigliose coste dell'isola ci riservano sorprese a non finire: dalla grande caverna senza tetto, alle mille insenature ricche di bianchissime spiagge, sino alla visione di una vecchia miniera abbandonata ma ancora completa di rotaie e vagoncini per il trasporto del minerale. L'ultimo atto di questo meraviglioso spettacolo spetta a Vudia, piccolo borgo di pescatori, che con le poche case bianchissime aroccate intorno alla sua splendida chiesetta, simboleggia pienamente l'essenza e la magia delle isole di Grecia. Ogni angolo ed anfratto ci vengono esaurientemente documentati da Alberto che, per fortuna nostra, aveva già avuto modo di visitare palmo a palmo quest'isola meravigliosa. La sera ci riuniamo per un'ultima allegra cena con gli equipaggi del Cab e del Selva che, come da copione, da domani inizieranno il loro viaggio di ritorno ripassando da Korinto, da dove faranno rotta sullo stretto di Messina, per poi dividersi tra Sperlonga e Trapani.

8° tappa: orfani dei due equipaggi che sono partiti stamattina prestissimo, diamo inizio al viaggio di ritorno puntando dritti sull'isola di Kythira, che si trova a sud di capo Maleas, il primo delle tre dita che contraddistinguono il Peloponneso; il mare è calmo e le 80 miglia che ci separano dall'abitato di Kythira si dimostrano soltanto una piacevole formalità. E' praticamente ora di pranzo quando facciamo il nostro ingresso nel piccolo porticciolo dove consumiamo un frugale pasto e riusciamo a farci portare un pò di benzina tramite il solito camioncino/cisterna. L'isola è priva di vestigia interessanti così, visto che il sole è ancora ben alto, decidiamo di portarci avanti con il lavoro e facciamo rotta sul porto di Koroni che sorge sulla punta dell'ultimo promontorio del Peloponneso; quanto sopra significa che in una sola tappa abbiamo passato indenni i primi due grandi capi, Maleas e Tenaron (Matapan), che godono di una fama poco rassicurante a causa del forte vento e del mare grosso che ne consegue. Una breve sosta davanti al promontorio di Matapan per ricordare che nel lontano 1941 questo tratto di mare è stato teatro di una delle più sanguinose battaglie navali della 2° Guerra mondiale, in cui sono periti oltre 2.400 marinai italiani. Piuttosto stanchi per le 160 miglia di navigazione giornaliera arriviamo dinnanzi all'antica cittadella veneziana di Koroni che domina l'entrata est del golfo; purtroppo la banchina sembra sia stata concepita soltanto per l'ormeggio di grandi pescherecci ed offre un molo privo di strutture di protezione e aperto ad una forte risacca che farà parecchio dondolare i gommoni durante l'ormeggio notturno. Il risultato finale è che anche stasera dormire a bordo sarà cosa per "uomini duri". 

9° tappa: si parte soltanto verso le 11.00 causa l'ormai cronica difficoltà di rifornimento di carburante, ma la meta di giornata è rappresentata dall'isola di Zante e le miglia da percorrere sono appena 115. Il mare arriva deciso sulle prue sino al passaggio di capo Akritas, l'ultimo lembo sud del Peloponneso, poi tutto torna alla normalità sino alla sosta davanti a capo Lekari, punta sud/est di Zante, dove arriva il momento della separazione dall'equipaggio veronese il cui comandante ha manifestato il desiderio di anticipare il ritorno facendo rotta direttamente su Cefalonia. I saluti sono frettolosi poiché Nerino vuole raggiungere Argostoli per la notte e poi fare rientro in Italia via Corfù. Ci sentiamo un pò amareggiati da questa defezione, un chiaro segno che non siamo stati capaci di integrarlo nel gruppo. Per fortuna si tratta di un caso isolato e questo verrà confermato in seguito da Raffaele, compagno d'avventura di Nerino che, appena tornato a casa, mi ha inviato un'ironica e consolante missiva che è riportata nel Perissinotto pensiero presente a fondo pagina. Riprendiamo la rotta verso l'isola Fior di Levante, così era chiamata Zante dai veneziani che le diedero grande prosperità, e la nostra giornata termina in una meravigliosa baia situata a pochissime miglia a sud del porto di Zante dove ormeggiamo praticamente a terra e a pochi metri da un ristorante con terrazza che ci offre un panorama da sogno e degli scampi da favola. 

10° tappa: la prima meta di giornata è la splendida spiaggia detta "del relitto", un'insenatura contornata da calanchi altissimi che termina in una spiaggia di sabbia bianchissima sulla quale da anni è incagliato il relitto di una piccola motonave. Dopo questa visione paradisiaca, impieghiamo poco più di un'ora per arrivare nella grande baia che consente l'accesso al porto di Argostoli, capoluogo dell'isola; la cittadina è stata completamente distrutta dal terribile terremoto del 1953 ed è stata ricostruita con criteri modernissimi quali l'utilizzo di cemento armato antisismico; il risultato è una città pulita ma anonima e priva di particolari attrattive. L'arrivo coincide con i primi morsi della fame e in un attimo siamo seduti ai tavoli di Le Captain per una mega birra ghiacciata e per mettere qualcosa sotto i denti; terminati i lavori, ci mettiamo in marcia verso il monumento eretto a ricordo dei caduti della Divisione Acqui. E' sempre emozionante arrivare in questo luogo carico di storia ma anche di tristi ricordi per noi italiani; provo un grande sollievo nel constatare che il sito è perfettamente pulito ed abbellito da fiori freschi; durante le mie precedenti visite non è stato sempre così. Rientriamo in città per un fare pò di shopping in attesa che l'amico Tassos (Anastasiadis) ci porti il carburante per fare un super pieno, dato che domani ci aspettano più di 170 miglia per arrivare ad Otranto.

 

11° tappa: appena fuori dal profondo golfo di Argostoli puntiamo le prue verso la costa italiana su un mare appena increspato che ci consente una navigazione sui 24/25 nodi. I cinque gommoni navigano paralleli e basta un solo colpo d'occhio per averli tutti sotto controllo; questa condizione allevia non poco il mio compito, soprattutto, in considerazione della notevole lunghezza della tappa di oggi. Niente da segnalare se non che arriviamo ad Otranto sotto la minaccia di un temporale che, per nostra fortuna, si scatena soltanto pochi minuti dopo il nostro ormeggio in porto. Nonostante la giornata impegnativa, l'umore è ottimo e nessuno parla di stanchezza; davvero un buon segno. 

12° tappa: partenza alle 08.30 con rotta su Vieste; la giornata non è più quella di ieri ed il mare sbatte un pò sulle nostre prue ma la situazione sembra non creare problemi particolari se non una lieve diminuzione della velocità che, comunque, resta sui 18/20 nodi. Le miglia passano una dopo l'altra mentre il mio pensiero è già rivolto alla giornata di domani che vedrà la conclusione della nostra avventura; chissà se miei compagni sono assaliti dagli stessi pensieri. A Vieste veniamo accolti da un folto gruppo di soci dell'Adventure Club Foggia con i quali avremo modo di fraternizzare durante la cena presso la sede della Lega Navale. E' questa l'ultima serata prima della fine del raid e ci riuniamo per stilare un primo rapido bilancio di come è stato vissuto questo 1° Sea Experience Challenge: tutti i componenti rimasti si dicono entusiasti di questa avventura nautica e non resta che il classico brindisi di buon auspicio per il rientro di domani. Durante la riunione troviamo modo di premiare Franco ohh Franco; la motivazione ufficiale è quella di aver soccorso con una tanica di riserva un equipaggio in crisi di carburante e per l'allestimento davvero completo e funzionale del suo gommone. La serata va per le lunghe a causa dei festeggiamenti per il compleanno della Loredana, simpatica esponente del club di Marcello che, stremata dai nostri stonatissimi cori augurali, ci chiude la bocca offrendoci parte della squisita torta di compleanno. 

13° tappa: siamo giunti alla fine di questo Sea Experience Challenge 2005; oggi, infatti, si concluderà l'ultima tappa che ci porterà al Marina di Pescara; un velo di tristezza fa capolino dagli sguardi ma, coraggio, non è ancora finita del tutto dato che mancano ancora 100 miglia di navigazione ed una gratificante sosta alle Tremiti. Il mare non vuole farci uno sgarbo proprio l'ultimo giorno ed in poco tempo arriviamo al cospetto di queste isole che racchiudono un fascino tutto particolare; un bagno ristoratore e "due bocconi" poi, proprio al momento di salpare per l'ultima volta le àncore, Franco oh Franco mi si avvicina e con lo sguardo complice dice: Giovanni, io e te siamo in pensione, perché non voltiamo la prua e torniamo indietro? Questa volta, però, partirei con uno spirito diverso da quello che avevo alla partenza, poiché adesso ho capito veramente cosa significa "andar per mare". Queste semplici parole valgono da sole tutta la fatica e l'impegno che ho profuso per la realizzazione di questo raid. Poche miglia ancora e siamo nelle vicinanze del Marina di Pescara; prima di entrare in porto abbiamo ancora modo di soccorrere una piccola barca a vela condizionata da problemi di alimentazione al motore. Ora è davvero finita e posso finalmente tirare il bilancio finale di questa lunga ed impegnativa impresa: sono pienamente soddisfatto dello svolgimento di questo raid che per la prima volta mi ha permesso di condividere con altri compagni le gioie e le problematiche della navigazione d'altura. Sono convinto che la navigazione a largo raggio con il gommone sia appena all'inizio e possa sperare in un roseo futuro, quanto sopra alla luce dell'ottima preparazione dei mezzi e della buona capacità marinara dimostrata dagli equipaggi. A proposito di mezzi, sono davvero contento che gommoni e motori non abbiano avuto a soffrire di avarie o inconvenienti tecnici; questa è la miglior testimonianza del miglioramento delle tecnologie costruttive e della cura posta negli allestimenti, segno evidente della costante crescita di questo particolare settore della piccola nautica da diporto. Dal punto di vista umano credo che l'esperimento sia riuscito decisamente bene e la degna conclusione di questa impegnativa esperienza la lascio alle gratificanti parole di Gianna e Raffaele che potete leggere a fondo pagina. Ora, come dicono così bene i francesi "à la prochain fois", ovvero, arrivederci alla prossima...


Le tappe

Partenza: Domenica 26/06/05
1° Marina di Pescara - isole Tremiti - Vieste: 100 miglia.
2° Vieste - Castro Marina: 180 mg.
3° Castro M. - Meganissi (isola di Lefkada): 160 mg. 
4° Meganissi - Fiskardo - Patrasso: 90 mg.
5° Patrasso - Atene: 115 mg.
6° Atene - Milos: 95 mg.
7° Milos tour: 75 mg.
8° Milos - Koroni: 160 mg.
9° Koroni - Zante: 115 mg.
10° Zante - Argostoli (Cefalonia): 60 mg.
11° Argostoli - Otranto: 175 mg.
12° Otranto - Vieste: 160 mg.
13° Vieste - isole Tremiti - Marima di Pescara: 100 mg.

Miglia totali percorse: 1.585 (2.935 km)

Gli equipaggi

Panconi Franco - anni 57 - pensionato - vive a Firenze.
gommone: Nuova Jolly King 600 - motore Yamaha F 100 4 tempi elica in alluminio da 19"

Il Franco pensiero: se non ci fosse stata quest'occasione credo che per me, quasi sessantenne, non ci sarebbe stata un'altra possibilità di vivere un'esperienza di questo genere, un'esperienza che mi ha lasciato un segno indelebile, un qualcosa di così grande che non avrei mai pensato di poter affrontare da quando ancora "armeggiavo" con il mio primo gommoncino da 3 metri. Grazie di cuore a tutti. 

Giordano Carmelo - anni 49 - Artigiano decoratore - vive a S. Giuliano Nuovo (AL)
Sebastiani Massimo - anni 41 - Macellaio - vive a Roma
gommone: Stilmar 600 - motore Suzuki DF 140 - elica in acciaio da 21"

Luca Dotto - anni 39 - Panificatore - vive a Prasco (AL)
Arnaldo Gianna - Insegnante - vive a Prasco (AL)
gommone Nuova Jolly King 670 - motore Suzuki DF 140 - elica in acciaio da 21"

Il Gianna pensiero: ho intrapreso questo viaggio con tanta curiosità ma anche un pò di ansia; come sarebbero stati dieci giorni in mare, tra un porto e l'altro della Grecia, con traversate impegnative per le rilevanti distanze da coprire, per una navigante poco esperta ed un pò timorosa come me? Sulla scia dell'entusiasmo di Luca, mio marito, e confortata dalla grande esperienza di Giovanni mi sono lasciata convincere. Ad avventura conclusa, devo ammettere che è stato tutto perfetto: mare quasi sempre calmo, tempo splendido e, soprattutto, la compagnia di un gruppo eterogeneo per età e per provenienza, ma gradevole ed in molte circostanze davvero spassoso. L'esperienza è stata assolutamente esaltante sotto l'aspetto naturalistico: paesaggi, scogliere ed insenature mozzafiato e poi, tartarughe e delfini così giocherelloni e pronti a mettersi in mostra, tanto da lasciarsi addirittura sfiorare. Non meno entusiasmante Atene con i suoi indescrivibili siti archeologici ed i piccoli centri isolani scoperti durante il viaggio; tutto questo alla faccia di chi è ancora incredulo che a bordo di un gommone si possano compiere esperienze simili; di contro, è pur vero che sino a qualche mese fa... lo pensavo anch'io. Un grazie di cuore a Giovanni che ha reso possibile quest'esperienza ed un saluto a tutti i compagni di viaggio.

Giovanni Bracco - anni 57 - Giornalista nautico- vive ad Acqui Terme (AL)
Scardullo Luca - anni 31 - Panificatore - vive a San Quirico (AL)
gommone: Motonautica Vesuviana MV 780 Comfort - motore Suzuki DF 250 - elica in acciaio da 21.5"

Garofalo Michele - anni 44 - commerciante - vive a Fondi 
Mastrobattista Giovanni - anni 41 - istruttore subacqueo - vive a Sperlonga 
gommone: Nautica Cab Dorado 750 - motore Yamaha 250 4 tempi - elica in acciaio da 20"

Piccoli Nerino - anni 44 - Amministratore condominiale - vive a Verona
Perissinotto Raffaele - anni 54 - Ingegnere - vive a Verona
gommone: Solemar Offshore 25 - motore Honda BF 225 4 tempi - elica in acciaio da 19"

Il Perissinotto pensiero: il Gommone Club di Verona celebra ogni anno la chiusura della stagione nautica con una cena. Gli argomenti di discussione sono molteplici, il salone di Genova è passato da poco, ma poi si riducono sempre alle alchimie di carene più o meno morbide sull'onda, coperte che, a dispetto dei pochi metri a disposizione, devono essere attrezzate come la barca del Flavio (Briatore), ed i motori, eterno campo di scontro tra tecnologie americane e nipponiche. Durante la serata Nerino mi disse che c'era la possibilità di partecipare ad un raid in Grecia organizzato da Giovanni Bracco, il navigatore solitario. In quel momento, preso dall' euforia generale e con la complicità di qualche bicchiere di Bardolino doc, con molta spavalderia dissi: dimmi solo il giorno ed il luogo della partenza e io ci sarò; figuriamoci se mi perdo una occasione così!". Si era in Novembre ed il viaggio era previsto per fine Giugno, tanto lontano da considerarlo un avvenimento quasi irreale. Ma il tempo corre veloce e più si avvicinava la data, più si insinuava in me una sensazione di timore per quello che mi aspettava, tanto che quasi speravo in un rinvio. Avevo letto sulla rivista il resoconto dei viaggi di Giovanni, ma leggere non è certo... come partecipare; qui si tratta di navigare sul serio, non è più la gita della Domenica. Gli amici del club, quelli che nel momento del bisogno ti sono sempre vicini con le giuste parole di incoraggiamento, prospettavano che al ritorno l'overdose di acqua e di ore di navigazione mi avrebbero indotto alla vendita del gommone e che per i prossimi anni avrei optato per vacanze in montagna e possibilmente lontano dai laghi alpini. In famiglia, invece, superata la primissima fase di incredulità, ero visto come primo attore in scene di naufragi e di ricerche in mare degne dei più noti film del genere "quando si scatenano le forze della natura". Ma si andava sulla rotta di Ulisse e lui soleva dire ai suoi marinai "fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute et conoscenza". E così, forte di questa citazione pescata ad hoc dalle reminiscenze scolastiche, mi trovai in una mattina di sole infuocato sul molo del Marina di Pescara insieme ad una piccola flotta di gommoni ed accanto ad un gruppo di navigatori determinati ed ansiosi di visitare nuove terre. E salpammo... Con queste righe avrei voluto descrivere ciò che ho provato durante il viaggio e mi accorgo di aver usufruito dello spazio solo con la premessa, ecco dunque la sintesi dei miei pensieri: ho partecipato ad un raid, almeno per me, senza precedenti; ho conosciuto Atene con la sua splendida Acropoli; ho visitato luoghi e paesaggi suggestivi ed incantevoli; ho vissuto a stretto contatto con il mare. E i compagni di avventura? Si usa dire che nel ristretto spazio di una barca o nascono grandi amicizie o succedono liti furibonde. Penso che la prima soluzione abbia prevalso un po' fra tutti gli equipaggi presenti e così non dimentico un grazie a tutti voi per avermi dato la possibilità di partecipare. E il gommone lo vendiamo? Mai!! Anzi, se qualcuno avesse dubbi fra barca e gommone, consiglio un'esperienza così e tutto diventerà più chiaro. Quindi tutto bene? Certo, benissimo, aiutati anche dalla fortuna, visto che Nettuno in quei giorni torridi era assopito al fresco in fondo al mare, anche se al ritorno un po' di Maestrale sulla prua ci ha ricordato che lui è sempre pronto a mettere alla prova imbarcazioni e marinai. Ma, come ben si sa, la fortuna aiuta gli audaci".

Zappa Alberto - anni 43 - Imprenditore - vive a Ceriano Laghetto (MI)
Didomenico Pierpaolo - anni 30 - Produttore di infissi in metallo - vive a Tocco da Casauria (PS)
gommone: Nuova Jolly King 600 - motore Suzuki DF 115 4 tempi - elica da 21.5'

Corso Giuseppe - anni 42 - Avvocato - vive a Trapani
Badalucci Maria Antonietta - casalinga 
gommone: Selva D 800 Evolution Line - motori (2) Selva Narwhal 115 a 4 tempi

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