Sea Adventure associazione gommonautica sportiva dilettantistica
affiliata al C.S.I. (Centro Sportivo Italiano)

Raid Gommoshow 2010

Visto il successo riportato dai due precedenti raid dedicati al Gommoshow di Roma, ho deciso di allungare la tradizione anche per l'anno 2010. Sono rimaste praticamente inalterate le dimensioni del gommone, un Nuova Jolly Prince 23 (6.85 metri), mentre la potenza del motore è salita a 250 hp sempre a marchio Suzuki. La rotta è anch'essa molto simile a quella realizzata nel 2008 anche se il giro di boa è stato spostato più a sud, in quel di Barcellona.

Martedì 02 Febbraio: il varo avviene in notturna presso l'associazione Il Pontile di Genova Pegli e la partenza è prevista per l'indomani; per fortuna il battello l'ho già provato sul lago di Como e tutto sembrava a posto.

1° tappa: le operazioni di carico con relativa sistemazione del materiale di bordo e del bagaglio vanno un po' per le lunghe e riesco a mettere in moto il Suzuki solo alle 09.30; questa mattina a Genova tira un bel vento di tramontana che mi dovrebbe garantire mare non troppo mosso sotto costa e questa situazione dovrebbe durare almeno sino a Sanremo. Il comfort di navigazione è discreto e posso mantenere una velocità intorno ai 20 nodi sino al traverso dell'isola Gallinara poi il mare cala ancora ed il Prince si posiziona sui 25 nodi sino al mio arrivo davanti a Mentone (Francia); questo stato di tranquillità dura sino al passaggio di Cap Benat e la famosa “Baia degli Angeli” che si apre davanti a Nizza è già tutta imbiancata di schiuma. Il vento soffia forte ed alza un mare che batte duro sulla prua del gommone facendomi andare in candela quasi costantemente. In questo frangente mi accorgo che il battello arriva sempre lungo contro le onde, un po' come il mio furgone quando freno; quanto sopra credo sia dovuto all'ottima scorrevolezza della carena e prima di riuscire a prenderci la mano infilo la prua in una grossa onda rimediando un'ingavonata da manuale. A questo punto non mi resta che procedere più lentamente onde evitare che l'acqua che è piombata a bordo non salga oltre l'apertura del gavone poppiero, inondandolo; la pompa di sentina funziona egregiamente, come pure gli ombrinali di scarico, ed in poco tempo l'acqua defluisce completamente dal piano di coperta senza far danni. Mare e vento la fanno da padrone sin quasi all'arrivo nel porto di Bormes las Mimosas, meta di questa prima giornata di raid. Sono le 17.00 quando attracco al distributore che è gestito direttamente dagli uomini del marina; il rabbocco è di 152 litri che significano un consumo di circa 22 lt/h, un risultato davvero notevole considerando il mare delle le ultime miglia; purtroppo a Bormes non c'è un hotel aperto e sono costretto ad una lunga scarpinata sino a Lavandou per trovare un letto per dormire.

Giovedì 04: il proprietario dell'hotel Espadon dove sono alloggiato è anch'egli un gommonauta, possiede un Joker 24, e mi aiuta nella consultazione del meteo che per almeno due giorni risulta proibitivo; così me ne torno al porto e mi metto ad incollare gli adesivi che non ho avuto tempo di mettere prima della partenza. L'operazione risulta alquanto complicata a causa dei 30 e più nodi di vento che ci sono in porto e che fanno volare di tutto e di più.

Venerdì 05: nuova consultazione del meteo che non è certo incoraggiante, mattina presto vento da NW forza 6, che girerà in SW e diventerà forza 7 con raffiche sino a 9 Beaufort; la zona peggiore sembra essere dislocata appena all'interno del Leone ed io il centro di questo finimondo dovrei appena sfiorarlo. Deciso!! Domani ci provo e, nel caso sia troppo dura, cercherò una rotta alternativa magari all'interno del golfo.

2° tappa: stamattina sveglia alle 05.00 e consueta lunghissima camminata verso il porto; vestizione e rapido controllo che sia tutto ok, poi mollo gli ormeggi per quella che sarà una giornata che mi resterà impressa sin che avrò vita. In pochi minuti sono al centro del canale che separa le isole di Port Cros e Porquerolles; il mare non sembra così terribile così provo ad andare avanti; le prime 15 miglia mi fanno ben sperare ma poi il vento aumenta e il mare cresce di conseguenza. La navigazione di oggi prevede 163 miglia e capisco subito che sarà durissima anche se in questo momento non posso immaginare ancora quanto. Alle 10.00 il vento aumenta ancora e raggiunge la sua massima intensità intorno alle 12.30; credo di aver visto e sentito quei famosi 9 Beaufort che segnava meteo France almeno sino alle 16.00. La rotta prevede mare di prua piena e questa è una fortuna poiché navigando al mascone le onde mi farebbero girare come una trottola, e di navigare al traverso con onde di questa portata non è nemmeno pensabile. Ora proverò a descrivere il mare che mi sta davanti: la base è un'onda di circa 5/6 metri che viene continuamente sormontata da un'altra di 2 metri e poi da una terza che frange in continuazione come se fosse un idrante che spara acqua all'impazzata! Dopo un po' mi rendo conto che navigare in queste condizioni è possibile anche se gli 8/9 nodi che tengo in questo momento non sono sufficienti a farmi arrivare ad Estartit con la luce del giorno; questo, unito al fatto che lo Spot ha smesso di funzionare, mi costringe a spingere giù la manetta per quei pochi secondi di tregua in cui scendo nell'onda. Il pensiero costante è che ogni miglio fatto non torna più ma non è facile evitare di guardare continuamente la finestra del GPS che segna quante miglia mancano e che sembrano non passare mai. Credo di non aver mai navigato per tante ore consecutive con un vento ed un mare così devastanti e devo congratularmi con me stesso per non aver fatto installare l'ancora e la catena sul musone del battello, rendendo così la prua del Prince molto reattiva e senza il minimo accenno ad ingavonare. Devo prestare molta attenzione a non arrivare con troppo abbrivio all'attacco dell'onda e sono fiero di poter dire di non essermici infilato neppure una volta. Il battello naviga quasi costantemente in candela ma ormai ci ho fatto l'abitudine e mi sono accorto che navigando in questo modo il vento non riesce a far presa sulla carena poiché questa resta sempre protetta dall'onda che sale; il problema è che la stanchezza comincia a farsi sentire e sempre più spesso mi ritrovo appeso al volante e alla manetta dell'acceleratore. Alle 18.30 il vento cala con decisione e anche il mare intorno a me non appare più quella distesa bianca che mi ha accompagnato per tante ore; il sole è ormai calato oltre le montagne e di lui resta solo un tenue alone; di contro, ora distinguo bene le luci della costa e il GPS mi dice che mancano circa 8 miglia alla meta; non faccio a tempo a pensare che ormai è andata che il motore mi molla! Niente di preoccupante, è solo finita la benzina del serbatoio principale e devo travasare una delle due taniche di rispetto; ne avrei fatto volentieri a meno ma, pazienza, tanto tra poco sarà finita davvero. Alle 19.40 entro in porto, accendo il cellulare e una valanga di telefonate e di sms si abbatte su di me. E' bello avere tanti amici anche se stavolta qualcuno si è spaventato davvero!!!

3° tappa: alle 08.30 sono al porto e devo aspettare che il marinero finisca la colazione per fare il pieno, che risulterà di 264 litri; tenendo conto dei 20 litri della tanica che ho consumato solo a metà, le cifre dicono che dal serbatoio posso pescare circa 275 litri e che nelle 13 ore navigate con il mare di ieri ho consumato circa 285 litri, ovvero meno di 22 lt/h, un risultato eccezionale! Oggi il mare arriva da poppa e posso navigare sui 20 nodi senza troppi patemi, quindi, ho il tempo per ripensare a quello che è successo ieri e che credo che tutto si possa condensare nella famosa frase di Harrison Ford nel film Blade Runner “Ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare...”. Ci vogliono tre ore esatte per arrivare davanti al grande porto di Barcellona dove trovo ormeggio nell'elegante marina di Port Veill; davanti alla gasolinera sta facendo carburante un enorme gommone grigio della Policia sulla cui poppa troneggiano 4 fuoribordo Yamaha a 2 tempi da 250 hp!! Io guardo il loro poderoso gommone mentre loro sembrano incuriositi dai miei adesivi e alla mia richiesta di poter fare una foto, il capo fa ruotare il gommone per agevolarmi nell'operazione. Mentre reintegro le tre ore di navigazione con 65 litri di carburante, chiedo al gestore quanta ne hanno messa loro, e la sua mano segna un bel 4; “beh, 400 litri non sono neppure tantissimi” dico; lui scrolla la testa e sentenzia Cuatromil!! Sbrigate le formalità burocratiche, la sosta del Prince a due passi dalla Rambla costa € 18,60, esco dal porto ed entro nel metrò per andare in hotel; il treno arriverà tra 3 minuti e, visto che sono stanco morto, mi siedo su una delle panchine; metto la sacca tra le gambe, tiro fuori il borsello per cercare l'indirizzo dell'hotel e lo poso contro il fianco sinistro... sono bastati pochi secondi di distrazione per farmi portar via gran parte della mia vita o, perlomeno, quella parte di vita legata ai documenti, carte di credito e denaro contante. E' domenica, mi trovo a Barcellona con 70 € in tasca e senza documenti; ho voglia di piangere ma, per mia fortuna, la mente è già proiettata su come posso risolvere i miei problemi. Inizierò dall'hotel, poi...

Lunedì/Martedì: lunedì mattina mi reco dalla Policia per la stesura della denuncia poichè mi serve il loro attestato in sostituzione dei documenti rubati, poi, torno al porto per prolungare la sosta sino a mercoledì, visto che i soldi la banca me li accrediterà domani; intanto a Barcellona continua a piovere e a far freddo, ed io devo rimettere a posto le viti del coperchio del serbatoio che sono saltate quasi tutte, sostituire quelle del frigo e serrare i bulloni della plancetta di poppa (lato sinistro) che si è allentata parecchio.

4° tappa: nei giorni precedenti mi sono rifiutato di entrare nella metro ma stamattina lo devo fare se voglio partire presto; aspetto il marinero al quale consegno la scheda magnetica per l'ingresso in banchina in cambio dei 20 € di cauzione che, di questi tempi, mi possono far comodo. Esco dal porto ed un paio di miglia dopo mi trovo davanti ad un'onda maestosa che si stampa senza cattiveria sulla prua del Prince dato che di vento, per fortuna, ce né pochino; un rapido controllo allo Spot, che ora sembra funzionare bene grazie al suo allontanamento dal GPS, e prua sull'isola di Minorca. L'onda è stimabile in 4-5 metri ma nello spazio di una trentina di miglia l'andamento del mare ruota sino a trasformarsi in un traverso/quasi giardinetto che facilita molto la navigazione. L'arrivo stimato è intorno alle 17.30 ma non sarà così, poiché, quando arrivo sotto la costa dell'isola il mare cresce nuovamente e devo rallentare l'andatura. E' uno spettacolo grandioso vedere le grandi onde che si schiantano contro le rocce a picco della costa e visto che la rotta mi sta portando vicino a terra tanto vale tentare di scattare qualche foto e girare un po' di filmato. Entro nel profondo golfo di Mahon dove l'acqua è sempre calma e posso finalmente tirare un po' il collo al Suzuki che sembrava non aspettare altro; solito ormeggio alla gasolinera, il cui orario di apertura è dalle 10 alle 14, dal lunedì al sabato; molto bene, domani alle 10 sarò qui pronto al rifornimento.

Giovedì/Venerdì: la mattina faccio un rabbocco di 192 litri, più altri 45 che vanno nelle due taniche mentre il Sunsekeer ormeggiato a fianco del Prince ingoia 3.000 di gasolio; barca grande, serbatoio grande, direbbe una nota pubblicità. Il meteo per venerdì è proibitivo per una tappa di 200 miglia e devo restare fermo ancora una giornata; il morale è basso perchè mi rendo conto che non ce la farò mai ad arrivare a Fiumicino per Domenica. In serata sono testimone di un fenomeno che rientra nella normalità quando sono a casa ma che qui credo succeda piuttosto raramente: sta nevicando! Che sia un fatto eccezionale lo si può intuire dallo sguardo estasiato dei bambini che guardano scendere la neve con un'espressione incredula e sognante. Il mattino seguente il manto nevoso è ancora lì, a dimostrazione che non ho sognato, e mi tocca pure “spalare” la coperta del gommone.

5° tappa: le 195 miglia di oggi rappresentano la traversata più lunga di tutto il raid, ragion per cui alle 07.00 il Suzuki è già in moto; appena fuori dalla protezione dell'isola mi trovo davanti ad un mare incrociato e alimentato da un vento sui 20 nodi; la velocità è attorno ai 18 nodi ma le previsioni dicevano che con il passare delle ore dovrebbe calare. Dopo una cinquantina di miglia mi fermo per travasare le due taniche in modo da evitare il pericolo di avere della benzina che saltella nel gavone e, nel contempo, alleggerire la poppa del battello. Verso le 10.00 inizia a piovere ma di contro l'onda cala un po' e posso aumentare la velocità a 20/21 senza subire troppi sbattimenti. Lentamente il mare continua a scendere e ad eccezione di un altro scroscio d'acqua dal cielo non succederà più nulla sino a circa 25 miglia dalla meta, quando incrocio un nutrito branco di giovani delfini che mi danno il benvenuto con una serie di salti e piroette degne dei trapezisti del circo. Alle 18.00 entro nel porto di Alghero dove trovo l'amico Federico che mi fa gli onori di casa; è solo merito suo se riesco a trovare un letto in un B&B, che viene aperto solo per me visto che la città del corallo è affollata di turisti per il weekend di San Valentino.

6° tappa: stamattina sono un po' in ritardo ma dopo le tantissime miglia navigate ieri ci può anche stare; quando arrivo alle banchine Sermar l'amico Federico ha già contattato il distributore che è aperto. Doppiato Capo Caccia, il mare inizia a stamparsi sulla prua del Prince con un'onda corta e dura che mi costringe a tenere alta la manetta e so già che questo stato di cose durerà sino al passaggio dei “Fornelli”, ovvero, al traverso di Stintino. A questo punto traccio una lunga diagonale, 50 miglia, su Capo Pertusato (Corsica) e mi preparo ad attraversare le temute Bocche di Bonifacio; oggi è la giornata giusta, visto che posso permettermi una breve sosta/pranzo proprio in mezzo alle Bocche, con il gommone che ciondola tranquillo su un'onda che non supera il mezzo metro di altezza. Alle 16.30 sono davanti al distributore di Portovecchio ma del gestore nemmeno l'ombra; oggi è domenica ed è pure San Valentino, quindi, speriamo di trovarlo domani mattina e magari ad un'ora decente.

7° tappa: sono le 09.00 e sono pronto a partire per l'ultima tappa di questo impegnativo raid invernale; il mare è buono con un'onda di un metro che spinge il gommone sul giardinetto di sinistra e mi consente di tenere 25/26 nodi costanti. Lo dico da sempre che il mare è subdolo, prima ti fa soffrire, poi ti gratifica così sei portato a ricordare solo le giornate come oggi e torni felice a solcarne le acque. Visto che gli amici mi aspettano a Fiumicino per le foto di rito, faccio prima una sosta a Santa Marinella per rimettere a posto le poche bandiere rimaste oltre a ripulire la coperta da parabordi e cime che notoriamente non sono molto fotogenici. L'ultimo atto di questo raid si consuma in quel di Fiumicino, con gli amici che mi sono venuti incontro via mare e con i quali brindo alla felice riuscita di questo Gommoshow 2010.

Le tappe

Genova – Bormes las Mimosas (Francia) 150 miglia

Bormes – Estartit (Spagna) 165 mg

Estartit – Barcellona 75 mg

Barcellona - Porto Mahon (isola di Minorca) 130 mg

Mahon – Alghero (Sardegna) 195 mg

Alghero – Portovecchio (Corsica) 105 mg

Portovecchio – Santa Marinella - Fiumicino (Roma) 140 mg

Totale miglia percorse: 960

Ore di navigazione: 54

Velocità media: 17.77 nodi

Consumo totale: 1.170 lt

Consumo orario: 21.66 lt/h

I protagonisti

Il gommone

Il Prince 23 impiegato nel raid Gommoshow 2010 rappresenta uno dei modelli intermedi prodotti dal cantiere Nuova Jolly di Bussero (MI). Questo battello è lungo mt. 6,85 ed abbina in modo sapiente la razionalità della coperta alle ottime prestazioni dell'opera viva; lo standard costruttivo prevede la realizzazione delle parti in VTR mediante componenti di elevata qualità, quali il gel neopentilico e le resine isoftaliche, che vengono rinforzate da stuoie in vetro multiassiale lavorate manualmente da maestranze specializzate. La parte gommata è realizzata mediante incollaggi a freddo ed è interamente costituita da un tessuto di neoprene/hypalon della prestigiosa serie ORCA, nella grammatura da 1670 D.Tex, prodotta dalla Pennel & Flipo. Elevata l'autonomia di navigazione grazie al serbatoio carburante da 300 litri, inserito in perfetta posizione baricentrica, che favorisce la stabilità e la sicurezza in navigazione. www.nuovajolly.it

Il motore

Il compagno d'avventura del Prince 23 è stato il Suzuki DF 250 VVT (Variable Valve Timing). Questo propulsore è caratterizzato da un ciclo a 4 tempi ed è dotato di alimentazione ad iniezione elettronica; l’architettura è a V con i 6 cilindri disposti a 55° per una cilindrata di ben 3.614 cc. Le valvole sono quattro per ogni cilindro (24 totali) e sono comandate da quattro alberi a camme in testa, due per ogni bancata di cilindri. L’altissimo livello tecnologico di questo progetto è riscontrabile anche nel variatore di fase VVT che consente un notevole miglioramento della coppia motrice unita ad un sensibile aumento delle prestazioni ai regimi più elevati. Una nota di particolare rilievo, peraltro riscontrabile anche nei modelli di minor potenza, risiede nel disassamento (offset) presente tra l’albero motore e l’albero di trasmissione, un’esclusiva tecnologia che consente di ottenere due preziosi vantaggi: lo spostamento del peso del motore verso l’interno dell’imbarcazione e l’utilizzo di un piede dotato di minor sezione; il tutto si condensa in un deciso miglioramento dell’assetto dell’imbarcazione e in una sensibile diminuzione delle resistenze idrodinamiche. www.suzuki.it

Apparati di navigazione

Un raid così impegnativo abbisognava di strumenti di navigazione e di sicurezza dotati di notevole precisione e grande affidabilità, per questo motivo abbiamo scelto di utilizzare il nuovissimo plotter cartografico a colori AdvanSea T.56 della Plastimo, che dispone di un potente hardware in grado di sfruttare appieno le nuove carte elettroniche Max Chart prodotte dalla Jeppesen Marine (C-Map). Una delle novità presenti in questo plotter cartografico è la staffa di supporto che è risultata veramente a prova di salti e vibrazioni; interessante anche la predisposizione per l'installazione sui T-Top.

Sea Adventure ringrazia:

Nuova Jolly - Suzuki Italia – Fiera di Roma – Bigblu - Plastimo - Nuova Rade – C-Map – Giada 96 - Cicar Nautica.

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