Sea Adventure associazione gommonautica sportiva dilettantistica
affiliata al C.S.I. (Centro Sportivo Italiano)
Raid Gommoshow 2011 Il successo riportato dai precedenti raid invernali dedicati al Gommoshow di Roma è servito da stimolo per allungare la serie anche per l'anno 2011. Le caratteristiche tecniche dei mezzi utilizzati sono rimaste praticamente inalterate, il gommone è l'MV 700 del cantiere Motonautica Vesuviana (7.00 mt) mentre la potenza del propulsore è scesa da 250 a 150 hp sempre a marchio Suzuki; la rotta invece rappresenta una novità assoluta visto che sarà un Napoli - Malta - Roma. Il varo del battello avviene venerdì 28 Gennaio nel porticciolo situato nelle vicinanze della famosa stazione ferroviaria di Portici e la prova del battello si conclude 8 miglia più avanti nel Marina di Stabia; questo breve tratto di navigazione mi induce a meditare sulla possibile sostituzione dell'elica da 16" x 20" con una 16" x 21.5".
1° tappa Sabato 29/01: la serata gastronomica passata in compagnia degli amici del forum Rib Revolution, sommata al tragitto in auto da Ottaviano (NA) al Marina di Stabia e alla sostituzione dell'elica, fanno slittare la partenza alle 08.30 che non è certo ideale per una navigazione di 175 miglia in periodo invernale e con previsioni meteo poco clementi. Un frettoloso saluto all'ing. Vincenzo Nappo e prua puntata sul passaggio tra Punta Campanella e Capri; questa mattina spira un bel vento di NE che, fuori dalla protezione della costa, dovrebbe garantire un mare al traverso/giardinetto; infatti così è anche se la portata delle onde è più alta di quello che speravo, ma, tant'è, navigando in pieno inverno non si possono certo accampare troppe pretese. Dopo una ventina di miglia si presenta il primo inconveniente tecnico: la scaletta si è aperta e saltella allegramente sulle onde; fermo il gommone e cerco di porre soluzione al problema mediante il classico elastico con le palline; l'operazione riesce perfettamente grazie alle lunghe plancette poppiere, anche se il mare grosso non agevola i lavori. Rientro all'interno del gommone e mi accingo a indossare la giacca della cerata quando un'onda più alta delle altre supera lateralmente il tubolare e si riversa sul piano di coperta. Nessun problema tecnico, il gommone è autovuotante statico e gli ombrinali di grosso diametro lasciano defluire l'acqua in breve tempo, ma trovarsi con i piedi bagnati con questo freddo non rientrava nel novero dei miei desideri più immediati e non posso fare altro che cambiarmi le calze e mettere gli stivali. Le onde sono impegnative ma la loro direzione mi permette di navigare tra i 17 e i 20 nodi anche se con qualche salto di troppo. La partenza tardiva e le poche ore di luce disponibili purtroppo mi costringono a forzare l'andatura. Le ore passano lente e la fatica comincia a farsi sentire, al traverso dell'isola di Ustica il vento aumenta ancora ed alza un mare duro che si agita intorno al gommone facendolo sballottare qua e là come un ubriaco. Tali condizioni mi obbligano a rallentare l'andatura e questa situazione dura sino al superamento dell'isola quando il vento e mare calano vistosamente consentendomi di frustare nuovamente i cavalli del Suzuki. E' praticamente buio quando entro nel Marina Villa Igea dove trovo ad attendermi l'amico Fabio Lo Piccolo, della Novanautica di Palermo, ed una nutrita rappresentanza di soci del club Tecnomare.
2° tappa: ieri sosta dedicata al recupero fisico, non ho una parte del corpo che non mi lanci dolorosi messaggi, e agli amici del Tecnomare per discutere di raid e progetti futuri. Dopo aver ringraziato la responsabile del Marina Villa Igea per la squisita ospitalità ricevuta, inizio la navigazione lungo uno dei uno dei tratti di costa più belli della Sicilia; il tempo è buono, poco vento e mare calmissimo, tanto che non sento il bisogno di indossare la cerata. Mentre il gommone scivola leggero su queste splendide acque, mentalmente rifaccio i conti dei consumi registrati durante la lunga traversata della tappa precedente: ieri ho travasato i 60 litri delle taniche a cui ho aggiunto 132 litri del distributore; le miglia navigate sono 175 più le 8 del trasferimento e fanno 183, risultato finale circa 20 litri/h e 1 litro/miglio, quindi, non posso fare a meno di congratularmi con me stesso per la scelta del Suzuki DF 150 che si sta rivelando perfetta. Scapolato il tridente di Puntaro, la navigazione prosegue lungo il braccio di mare che separa Trapani dalle isole Egadi, dove bisogna prestare molta attenzione ai bassi fondali dello Stagnone sui cui, da sempre, si sono incagliate innumerevoli imbarcazioni. L'MV 700 continua la sua corsa verso Sciacca lasciandosi rapidamente alle spalle Trapani, Marsala e Mazzara del Vallo, ovvero, i luoghi che hanno scritto gran parte della storia della marineria da pesca del nostro Paese. Alle 13.45 entro nel porto di Sciacca e accosto alle banchine del circolo nautico Il Corallo, scelta inconsapevole ma che si rivela felicissima.
3° tappa: ieri meteo pessimo, temporali, vento fortissimo e pioggia battente su tutta la Sicilia; ero indeciso se partire o no quando arriva la telefonata dell'amico Gianni Iengo, che dividerà con me la traversata su Malta, che mi informa del tempo pessimo che grava anche sulla zona di Ragusa; questa notizia mette definitivamente fine ai miei dubbi. Come da previsioni oggi il tempo è migliorato anche se qualche goccia di pioggia cade ancora; un saluto ad Alessandro Russo, responsabile de Il Corallo e al giovane ormeggiatore Andrea, poi prua su Porto Empedocle dove conto di fare carburante visto che nè io, nè i dirigenti del circolo siamo riusciti a reperire il benzinaio. Al traverso di Capo Bianco il mare mi offre una delle sue sfaccettature più singolari, ovvero, una vastissima macchia color panna in pieno contrasto con un mare blu cobalto, pare causata da forti correnti ascensionali che portano la sabbia in superficie.
La successiva sosta a Porto Empedocle si rivela infruttuosa poichè questa grande struttura è riservata unicamente al traffico commerciale; radio banchina, però, mi informa che a sole tre miglia si trova Porto San Leone dove posso trovare carburante in banchina. Così è, e dopo un rapido rabbocco esco dal porto per dirigere su Marina di Ragusa, base di lancio per la tappa verso l'isola di Malta. Appena fuori dal porto vengo fermato da una motovedetta di solerti Carabinieri desiderosi di controllare i miei documenti; il risultato è ok, così posso rimettermi in rotta su un mare un pò imbronciato e sotto ad un cielo pieno di nuvoloni neri che mi accompagnano sino alla meta. In porto ho un incontro con Biagio e Salvo della Nautica Kasmene, dealers del cantiere partenopeo, mentre in serata si fa festa grande con i membri del Club Nautico Cava D'Aliga, capitanati dall'amico Gianni Iengo che domani condividerà con me la traversata verso Malta.
4° tappa: oggi è il gran giorno e al Marina di Ragusa ci attendono gli amici per i saluti di rito; un cordiale ringraziamento ad Alessio Addea, cordiale direttore del Marina, poi si parte. Il meteo non ci è particolarmente favorevole, vento forte, mare grosso e pioggia; anche se la traversata prevede "soltanto" una sessantina di miglia facciamo prestissimo a capire che ce la dovremo sudare tutta. E' passata quasi un'ora dalla partenza e il mare adesso è davvero grosso, per fortuna le onde ci arrivano al traverso/giardinetto di sinistra e, a parte i continui lavaggi, tutto sembra andare per il meglio. Non so perchè ma quando cerco di consolarmi con un "potrebbe anche andare peggio" la situazione peggiora sempre; messo sotto pressione dai continui e violenti sballottamenti, l'elastico con cui avevo legato la scaletta cede e quest'ultima comincia a sbattere con violenza sulle onde. Non c'è molto da stare a pensare, una cima e un bel nodo e la problematica sarà rapidamente risolta. Dico a Gianni di tenere il gommone con la prua alle onde e mi allungo sulla plancetta per acchiappare l'ultimo scalino: mi devo sdraiare sulla plancetta perché di stare in ginocchio non se ne parla nemmeno; con grandi sforzi riesco a prendere l'ultimo scalino e rimettere il tutto in sede, ora non mi resta che legare la scaletta ribelle e portare la cima all'interno del gommone. Per la serie che se una cosa può andare male, lo farà (legge di Murphy), un'onda più grande delle altre intraversa il gommone e l'altro capo della cima finisce in acqua... è un attimo e... il motore si spegne! Rapida serie di litanie che qui è meglio non riportare, poi, la scena prende questo strano aspetto: gommone alla deriva con il motore tutto trimmato in alto, il Bracco in piedi sulla plancetta, appeso alle feritoie di ventilazione del motore nel disperato tentativo di sciogliere il groviglio! Per fortuna la manovra riesce abbastanza rapidamente e posso rientrare all'interno del gommone e legare saldamente la cima alla seduta di poppa. Ci vogliono ancora due ore di dura lotta e una manovra finale di grande precisione da parte di Gianni mentre io ero intento a filmare l'evento, per entrare nel Grand Harbour Marina della Valletta, dove il direttore non vuole assolutamente credere che abbiamo navigato su quel mare così grosso con un gommone così piccolo!!! Grazie a Cristopher e Rafael, due giovani amici di Gianni, possiamo visitare Mdina, l'antica capitale dell'isola e ritemprare gli animi, ma non solo quelli, in quel tempio della gastronomia chiamato Fumia Restaurant.
5° tappa: stamattina le cose vanno per le lunghe a causa del mancato rifornimento del carburante che si doveva fare presso la navetta/cisterna ma che scopriamo aprirà solo dal mese di Aprile; per fortuna troviamo un distributore stradale vicinissimo al porto e riusciamo a fare il pieno di verde che qui costa € 1.25. Il ritorno in patria è durissimo, il mare di ieri è calato un poco ma è sempre spinto da un forte vento di NE che manda le onde a spiaccicarsi sulla prua del gommone e che ci costringe a navigare sui 13/14 nodi. Con grande fatica alle 15.00 entriamo nel porticciolo di Marzameni dove abbiamo deciso di fare tappa, poichè ad Acitrezza mancano ancora 60 miglia e con questo mare ci vorrebbero almeno altre 4 ore di navigazione. 6° tappa: ieri Gianni è tornato a casa ripotandomi al primitivo stato di navigatore solitario; uno scambio di saluti con il responsabile del Marina di Marzamemi e rapida partenza con rotta su Acitrezza; la giornata sembra la fotocopia un pò sbiadita di quella affrontata ieri, con vento e mare in leggero in calo. Oggi le miglia da percorrere sono una sessantina e non devo fare rabbocchi di carburante visto che il consumo del binomio MV 700/Suzuki DF 150 è sempre intorno al litro a miglio; credo che questo straordinario risultato sia dovuto alla leggerezza del gommone, realizzato mediante la tecnologia dell'infusione sotto vuoto, unita alla scorrevolezza dell'opera viva e alle ottime prestazioni fornite dal propulsore. Alle 13.00 entro nel porticciolo di Acitrezza dove trovo ad attendermi l'amico Giovanni Grasso della Nautica Acimar, che rapidamente mi fornisce l'aiuto necessario per ripristinare il serraggio delle viti che sostengono la staffa della plancetta di sinistra.
7° tappa: il gommone è ormeggiato ad una banchina galleggiante a cui si arriva mediante un precario passaggio su due barchini che richiede un'elevata dose di equilibrio per non finire in acqua ma, per fortuna, il mio senso dell'equilibrio riesce a superare indenne anche questa perigliosa prova. Stamattina il mare è una tavola e le poche miglia che mi separano dal Marina dell'Etna di Porto Riposto scorrono via in un lampo, anche se una sosta per immortalare la splendida visione dell'Etna coperto di neve è d'obbligo. Un rinforzo del vento mi annuncia l'entrata nello stretto di Messina dove inizio a lottare con un'onda dura e cattiva che mi costringe a navigare spesso sotto ai 14 nodi, per fortuna le miglia da percorrere sono poche e la tappa si conclude felicemente nel porto di Messina.
8° tappa: sole, mare calmo e assenza di vento, cosa si può desiderare di più dalla vita; dopo le foto di rito della partenza, metto la prua su Cetraro dove giungo verso mezzogiorno, nel porticciolo però non c'è traccia di carburante in banchina, ma vengo informato che lo potrò trovare in quel di Maratea. Spesso il detto "non tutto il male vien per nuocere" si rivela assai veritiero e oggi ne ho piena conferma: percorro lentamente il sinuoso frangiflutti messo a protezione del porticciolo di Maratea e quando arrivo all'ultima svolta lo spettacolo che mi si presenta dinnanzi é tale da far mancare il fiato: forse sarà l'effetto del sole unito al silenzio dell'inverno, ma l'impressione è che il marina e l'abitato retrostante si fondano assieme per dare vita ad una gemma di rara bellezza; per dirla in parole semplici, sono arrivato in un luogo incantato. Dopo l'ormeggio mi aspetta una lunga camminata per arrivare al paesino dove trovo una sistemazione per la notte presso il B&B adiacente al pittoresco circolo ENAL, dove un nutrito gruppo di "diversamente giovani" si stanno sfidando a carte nel famoso “tre sette col morto”.
9° tappa: l'appuntamento con il benzinaio è per le 09.00 e mentre dirigo l'MV 700 verso il distributore, passo accanto ad un grosso gommone carico di pompieri che stanno facendo lezione sulle apparecchiature di bordo; rapida foto ricordo e prua su Napoli. La navigazione dura poche miglia perchè sul mare calmissimo spuntano le pinne di un branco di delfini; rallento la marcia, tiro fuori l'attrezzatura cine/foto e... in un attimo dei delfini non resta neppure uno sbuffo; pazienza, sarà per la prossima volta. Riparto ma poche centinaia di metri più avanti eccoli ricomparire; rimetto fuori l'attrezzatura, ma anche stavolta mi lasciano con un palmo di naso. Questa dicesi “presa per i fondelli”, quindi, ora tocca a me provare a fare il furbo: riparto sulla loro rotta e vado avanti per un mezzo miglio, poi spengo il motore e attendo con l'attrezzatura pronta. Pochi minuti e rispuntano e questa volta non possono più sfuggirmi...Alle 13.00 doppio Punta Campanella e mi trovo immerso in una foschia che copre di grigio tutto il golfo di Napoli, una situazione assai sgradevole e piuttosto rara in questa zona che riduce drasticamente la bellezza del golfo partenopeo.
10° tappa: ieri ho approfittato della sosta per farmi scattare un pò di foto visto che oggi è l'ultimo giorno di navigazione; il vento è stimabile sui 15 nodi e il mare è mosso quel tanto che basta per fare qualche salto ogni tanto; una breve sosta al traverso del Circeo per sentire al telefono l'amico Claudio, alias Treccia, che mi verrà incontro a Fiumicino, poi la navigazione riprende verso la meta finale. Alle 15.00 avviene il rendez vous con Claudio, Massimo e Nicola che sono a bordo del Prince 23 protagonista del raid Gommoshow dello scorso anno; quest'incontro in mare con amici che hanno la stessa insana passione per questa straordinaria imbarcazione chiamata “gommone”, segna il degno epilogo di questo Gommoshow 2011.
Le tappe Napoli - Palermo 175 miglia Palermo - Sciacca 110 Sciacca - Marina di Ragusa 90 Marina di Ragusa - Malta 60 Malta - Marzamemi 65 Marzamemi - Acitrezza 60 Acitrezza - Messina 45 Messina - Maratea 110 Maratea - Castellammare 100 Castellammare - Roma 125 Totale miglia percorse: 940 Ore di navigazione: 48.50 Velocità media: 19.40 nodi Consumo totale: 865 lt. Consumo orario: 17.84 lt/h Consumo lt/miglio: 0.92 I protagonisti Il gommone L'MV 700 Fashion impiegato nel raid Gommoshow 2011 è l'ultimo modello prodotto dal cantiere Motonautica Vesuviana di Ottaviano (Na). Questo battello è lungo mt. 6,85 e coniuga la spartanità della coperta alle ottime prestazioni dell'opera viva; lo standard costruttivo prevede la realizzazione delle parti in VTR mediante il metodo di infusione sottovuoto. La parte gommata è costituita da un tessuto di neoprene/hypalon della prestigiosa serie ORCA, nella grammatura da 1670 D.Tex, prodotta dalla Pennel & Flipo. Elevata l'autonomia di navigazione grazie al serbatoio carburante da 205 litri, posizionato in perfetta posizione baricentrica, che favorisce la stabilità e la sicurezza in navigazione. Il gommone ha palesato buone doti di navigazione in ogni circostanza, mettendo in mostra un'opera viva che ha favorito consumi davvero minimali. Il motore Il compagno d'avventura dell'MV 700 è stato il Suzuki DF 150 VTT; questo propulsore è caratterizzato da un ciclo a 4 tempi ed è dotato di alimentazione ad iniezione elettronica; l’architettura 4 cilindri disposti in linea per una cilindrata di ben 2.867 cc; le valvole sono quattro per ogni cilindro e sono comandate da due alberi a camme in testa. Una nota di particolare rilievo, peraltro riscontrabile anche nei modelli di minor potenza, risiede nel disassamento (offset) presente tra l’albero motore e l’albero di trasmissione, un’esclusiva tecnologia che consente di ottenere due preziosi vantaggi: lo spostamento del peso del motore verso l’interno dell’imbarcazione e l’utilizzo di un piede dotato di minor sezione; il tutto viene a condensarsi in un deciso miglioramento dell’assetto dell’imbarcazione e in una sensibile diminuzione delle resistenze idrodinamiche. www.suzuki.it Apparati di navigazione Un raid così impegnativo abbisognava di strumenti di navigazione e di sicurezza dotati di notevole precisione e grande affidabilità, per questo abbiamo riconfermato l'utilizzo del plotter cartografico a colori AdvanSea T.56 della Plastimo, che dispone di un potente hardware in grado di sfruttare appieno le nuove carte elettroniche Max Chart prodotte dalla Jeppesen Marine. Da segnalare la staffa di supporto che è risultata veramente a prova di salti e vibrazioni e la predisposizione per un'eventuale installazione sui T-Top. Il Gianni Iengo pensiero: Erano anni che seguivo i raid di Giovanni attraverso la rivista il Gommone e la Nautica per tutti quando, finalmente, ho avuto la possibilità di conoscerlo al ” Nauticsud” , il salone nautico di Napoli, la mia città natale. In occasione dell’Olimpic Raid di Atene del 2004, Giovanni fece tappa a Pozzallo (Ragusa) dove è stato mio ospite. Il giorno successivo, la tappa prevista doveva essere Malta; sapendo che mi sarebbe piaciuto moltissimo accompagnarlo ma che per motivi di lavoro non potevo, decise di rinunciare a Malta e mi fece la promessa di andarci insieme alla prima occasione. Sono passati otto anni da allora e proprio in occasione del raid Gommoshow 2011, Giovanni mi ha invitato a fare la traversata con lui. Giovedì 03 Febbraio 2011 è il gran giorno: alle 9,00 lasciamo il pontile del Marina di Ragusa con un meteo poco confortante, cielo coperto 8/8, 20 nodi di vento che di li a poco saliranno a 25 e poi a 30. Di certo non potevano esserci condizioni migliori, o meglio, peggiori per un test di navigazione che mettesse alla prova mezzi e uomini e, soprattutto me, che non avevo mai navigato con condizioni meteo così avverse. Ci sono volute tre ore di dura navigazione e una piccola avaria per approdare vittoriosi al “Grand Harbour Marina“ di Malta. Nel pomeriggio visita alla Città Vecchia accompagnati dall’amico Cristopher Zarb, nostro angelo custode, e la sera meritata cena al “Restaurant Fumia” immersi nelle prelibatezze gastronomiche marinare, in compagnia dell’amico Raphael Azzopardi. Il giorno successivo lasciamo il porto della Valletta e mettiamo la prua su Capopassero, felici delle previsioni forniteci da Raphael che dicono 13 nodi di vento proveniente da NE; le previsioni si rivelano ben presto inesatte e ci troviamo a navigare con un gran “Vento di Prua” come nel titolo del libro scritto da Amedeo Sorrentino dove racconta la sua partecipazione alla Global Challenge 2004-2005. Vento e mare battono forte sulla prua dell'MV 700 costringendoci ad un'andatura di 12/13 nodi circa, tanto che Giovanni, ridendo, mi dice di chiamare Raphael e dirgli che di certo si è sbagliato a scrivere, ed i 13 nodi sono in realtà 31. Ci sono volute circa 6 ore per arrivare al traverso di Capopassero e, vista l’ora, prendiamo la decisione di attraccare nel porto di Marzamemi anzichè proseguire per Acitrezza come previsto; un poco più tardi arrivano gli amici Ciccio e Giovanni che mi riportano sano e salvo a casa. Finisce qui la mia partecipazione al raid “Napoli-Malta-Roma“, una bellissima esperienza che mi ha arricchito e mi ha fatto capire la “tempra” dell'amico Giovanni, che nei suoi resoconti giornalistici cerca di renderci edotti sulle qualità dei materiali con cui sono costruiti i mezzi che usa senza, però, spiegare ai suoi affezionati lettori di quali materiali compositi ed essenze pregiate è fatto lui, poiché mi viene davvero difficile spiegarmi la sua immarcescibile inossidabilità nel fronteggiare condizioni meteo così estreme durante lo svolgimento dei suoi raid. Bravo Giovanni! Ti auguro ancora tantissime buone navigazioni, con affetto e stima Gianni Iengo Sea Adventure ringrazia: Motonautica Vesuviana - Suzuki Italia – Elleblu Nautica - Bigblu - Plastimo - Nuova Rade – Blu Marine - C-Map. Un grazie particolare agli amici di Giada 96 che, ancora una volta ci hanno aiutato nelle operazioni di risalita... e non solo... | |
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