Sea Adventure associazione gommonautica sportiva dilettantistica
affiliata al C.S.I. (Centro Sportivo Italiano)
Raid Mediterraneo 2013 Un anniversario importante 1993 - 2013, ovvero, i nostri "primi" ventanni... Per celebrarlo degnamente ho pensato di restare nel Mare Nostrum come la prima volta, magari modficando un poco l'itinerario. Da Genova a Kastellorizo, la più lontana delle isole greche dell’Egeo, e ritorno per un totale di oltre 3.000 miglia. E a bordo è salito anche un ospite speciale... 1° tappa Venerdì 12 luglio: il Prince 28 Sport Cabin lascia le banchine de Il Pontile di Genova Pegli con rotta su Macinaggio (Corsica). Di vento neppure l'ombra, solo il mare si muove con un'onda scomposta evidente residuo del maltempo dei giorni precedenti. Le miglia da percorrere sono circa un centinaio, come a dire un buon allenamento per dare avvio ad un raid lungo ed impegnativo quale promette di essere questo Mediterraneo 2013. La navigazione in solitario permette di isolarsi con i propri pensieri e credo che mai come ora i pensieri di quel che è stato prenderanno il sopravvento su quel che sarà... Questo stato d'animo mi accompagna per le prime 50 miglia, con il mare che continua a calare favorendo il Prince che scivola con facilità sulle acque spinto dal possente Suzuki DF 300 AP. Vista la calma di mare e vento, inizio le prove di assetto e così sposto le due taniche di riserva del carbuante da prua a poppa, poi passo alla regolazione “fine” dei trim ed il risultato finale è che il gommone naviga a 20 nodi con un consumo di circa 30 lt/h; un risultato ottimo se verrà confermato dal rabbocco che farò a fine giornata. Alle 13.00 entro in porto dopo circa 5 ore di navigazione, 96 miglia coperte ed il pieno di 142 litri sancisce l'esattezza dei numeri anticipati dagli strumenti.
2° tappa: un consumo di un litro e mezzo a miglio per un gommone semicabinato lungo 8,30 metri rappresenta un risultato ottimale; inoltre, il prezzo della benzina quì è di € 1,74 al litro, risultato che rende un poco più roseo il futuro della mia carta di credito. Il mare è tranquillo anche oggi e la navigazione mi regala un paio di incontri con i delfini ed un pesce Luna che se ne stava tranquillo a dormire a pelo d'acqua sino a che con il mio passaggio gli ho suonato la sveglia. Alle 14.00 arrivo dinnanzi al distributore di Cannigione dopo aver percorso 113 miglia; purtroppo quì la benzina costa € 1,891. L'ormeggio avviene come sempre presso il pontile Albatros dell'amico Aldo che, assieme al figlio Emanuele, lo gestisce al pari di una grande famiglia. 3° tappa: oggi si comincia a fare sul serio visto che mi aspetta una tappa di 140 miglia sino a Villasimius; alle 07.30 precise lascio la banchina Albatross ed inizio a costeggiare la famosa Costa Smeralda. Sono appena al terzo giorno di raid ma un'idea sulla scarsità delle barche presenti nei porti me la sono già fatta e non è certo una buona prospettiva per le economie locali che vivono di turismo. Le prime 80 miglia passano tranquille, poi, un fastidioso e poco gradito vento di Scirocco arriva a complicare le cose facendomi perdere un paio di nodi di velocità ed il precedente comfort. Questa situazione dura praticamente sino all'arrivo a Villasimius che avviene alle 14.30 dopo 139 miglia di navigazione; ovviamente il tira e molla con l'acceleratore ha fatto lievitare i consumi a 1,7 litri/miglio ma spero di rifarmi nei prossimi giorni. Come da accordo telefonico passa a trovarmi l'amico Alberto della Motonautica Simius, che vuole dare un'occhiata alla "belva"; il responso ufficiale è che il DF 300 AP gode di ottima salute. Più tardi mi reco negli uffici del marina per pagare l'ormeggio e vengo informato che per invogliare i clienti il prezzo praticato è rimasto quello del mese di Giugno...
4° tappa: ieri verso le 19.00 si è scatenata una buriana di Maestrale che ha fatto segnare 38 nodi all'anemometro, poi, rapidamente com'era venuto il vento scompare! Stamattina il meteo è splendido, quindi, non mi resta che puntare il cursore del Navman sull'isola di Marettimo da dove farò poi rotta sul porto di Marsala. Dato che la navigazione è tranquilla, il pensiero fatalmente scivola su quello che sarà il primo appuntamento importante di questo raid, ovvero, la tappa in compagnia del giovane Gianmaria. Sono le 15.30 e sono al traverso dell'isola di Marettimo; prendo il cellulare e chiamo l'amico Vito Giacalone, titolare del centro nautico Il Fuoribordo che mi attende per l'ormeggio. 5° tappa: la serata passata in compagnia degli amici si è protratta sino alle ore piccole e stamattina ho fatto un notevole sforzo per staccarmi dalle "lenzuola" e mollare gli ormeggi per far rotta sul nuovissimo porto Marina del Sole di Licata. Le acque di questa zona hanno fondali particolarmente bassi e perigliosi, e ci si deve tenere molto larghi dalla costa sino al traverso di capo Granitola da dove è possibile tirare un bel bordo dritto sino alla meta. Alle 13.00 sono dinnanzi alla murata di questo nuovissimo marina che rappresenta uno dei fiori all'occhiello della nautica siciliana e nazionale. Ad attendermi trovo il direttore, Salvatore Gerace, che fa gli onori di casa di questa elegante e funzionale struttura fortemente voluta dall'imprenditoria privata.
6° tappa: finalmente è arrivato il gran giorno, il giorno in cui cambierò il mio status di navigatore solitario per prendere a bordo un compagno d'avventura speciale, ovvero, il giovane Gianmaria Mormina che da tempo desiderava prendere parte ad uno dei miei raid. Alle 09.00 il mio secondo di bordo arriva al Marina Cala del Sole accompagnato dal papà Giovanni e dall'amico Gianni Iengo, longa manus della Sea Adventure in terra siciliana. Un caffè, pochi convenevoli e Gianmaria si fionda a bordo del Prince desideroso di dare avvio a questa nuova avventura. Molliamo gli ormeggi e usciamo dal porto, siamo seduti fianco a fianco mentre i nostri "angeli custodi" ci seguono a bordo di un secondo gommone. Il mare è calmo e così resta sino a metà del golfo di Licata quando un fastidioso vento da SSE inizia a soffiare al traverso del Prince, alzando un'onda spumeggiante che spara qualche schizzo all'interno del battello. Il mio compagno si dimostra subito all'altezza della situazione e continua imperterrito a cantare i migliori successi in voga negli anni 70/80. Nel punto più lontano dalla costa spiego a Gianmaria che "quì" i padroni siamo noi e che nessuno può imporci di fare quello che non vogliamo mentre a terra c'è sempre qualcuno che cerca di decidere per noi. Lui mi guarda negli occhi e con un velo di tristezza mi risponde "di là c'è la solita vita normale"... Grandi festeggiamenti all'arrivo al marina di Ragusa, altra prestigiosa realtà portuale della costa siciliana, con il giovane raidman portato sugli scudi da amici e parenti, senza dimenticare gli inviati della tv e della carta stampata locale che fanno a gara nel giocarsi i favori del navigatore in erba. Quasi quasi provo un pò di gelosia per questo nuovo e pericoloso concorrente.
7° tappa: sabato mattina le operazioni per la partenza risultano decisamente rallentate dai postumi della serata precedente e causate dalla splendida cena con cui Gianni mi ha deliziato. Per fortuna il mare è tranquillo ed in poco più di un'ora sono al traverso dell'isola delle Correnti, il punto più a sud della nostra penisola. Una breve sosta per scattare qualche foto alla Madonnina e al piccolo castello presenti sull'isola, poi, traccio una bella linea retta di 120 miglia sullo schermo del Navman che mi consentirà di arrivare dritto nel porto di Roccella Ionica. Il mare continua ad essere tranquillo e l'unica variante alla monotonia della traversata è dato dal passaggio delle navi dirette o provenienti dallo stretto di Messina. Alle 15.00 entro in porto e accosto subito a dritta per fare carburante; nell'inverno 2012 i lavori per l'installazione del nuovo distributore erano già in fase avanzata ed è un'amara sorpresa notare che le colonnine sono già devastate dall'incuria e dal non utilizzo! In quest'Italia dei controsensi non si salva neppure un semplice distributore di carburante che, peraltro, rappresenterebbe una sicurezza tangibile per tutti coloro che navigano da queste parti e che non possono trovare un punto di rifornimento da Reggio Calabria a Crotone. 8° tappa: ieri ho deciso di non fare nessun rifornimento alternativo a Roccella ma di spostarmi a Crotone dove potrò fare il pieno e salutare gli amici dello Yachting Club; delle 60 miglia di navigazione che farò oggi ne potrò recuperare una quarantina nella lunga traversata di domani verso Cefalonia. Niente vento e mare tranquillo, l'unica scossa adrenalinica della giornata arriva dalla sirena del gommone della Guardia Costiera che mi avverte di essermi avvicinato al limite di demarcazione della zona di Capo Cimmiti compresa nell'Area Marina Protetta di Capo Rizzuto. 9° tappa: alle 07.30 tutto è pronto per una delle tappe più lunghe di questo raid, ovvero, le oltre 170 miglia che separano Crotone da Argostoli (Cefalonia). Una leggera brezza sulla prua favorisce la scorrevolezza della carena del Prince e tiene bassi i consumi anche con il serbatoio pieno; a parte il gran caldo nessuna problematica particolare richiede la mia attenzione se non il controllo della rotta. Purtroppo non mi accorgo dell'arrivo a bordo dei pesci volanti, alla fine ne conto cinque, che saltano con frequenza su entrambi i lati del gommone quasi a voler rivaleggiare in velocità con lui. Otto ore mezza dopo la partenza entro nel profondo fiordo del porto Argostoli dove vado ad ormeggiare dall'amico Denis per fare il pieno; quì si va a taniche ma lui è velocissimo e in una ventina di minuti il problema benzina è risolto. Sono stanco e con questo caldo di salire a piedi sulla collina dove sorge il monumento della Divisione Acqui non se ne parla nemmeno, così prendo in prestito il vecchio motorino del Denis e mi avvio a rendere omaggio ai nostri caduti barbaramente fucilati dagli ex alleati tedeschi. In qualità di appassionato motociclista non posso che restare stupito dalle caratteristiche tecniche di questo vecchissimo cinquantino: monocilindrico a 4 tempi e, udite, udite, 4 marce con frizione automatica; sto parlando di una tecnologia che era trent'anni avanti sui vari Ciao e compagnia bella, tutti a due tempi, che ci hanno vergognosamente fatto gettar via benzina e olio con percentuali di inquinamento da terzo mondo.
10° tappa: all'andata ho deciso di scendere lungo il Peloponneso e di passare lo stretto di Corinto durante il ritorno, quindi, la tappa odierna sarà Pylos, l'antica baia di Navarrino citata anche da Jules Verne nel suo celebre "Ventimila leghe sotto i mari". Il mare è tranquillo, sfilo la costa est dell'isola di Zante e dopo cinque ore di navigazione sono dinnanzi all'ingresso nord della grande baia di Pylos: provare o non provarci, questo è il dilemma; il mare è calmo, la marea sembra a media cottura, quindi, non ci sono scuse che tengano, ci si prova. Non chiedetemi perchè si debba rischiare di far dei danni per passare lungo una strettoia con pochissima acqua perchè non saprei rispondere, ma credo che avventura voglia dire anche questo! L'acqua è davvero poca, forse mezzo metro, ma soltanto il suo colore valeva il rischio. La murata del porto dedicata al transito è occupata con poco rispetto degli spazi così ormeggio accanto ad una vela greca visibilmente abbandonata; per la benzina non dovrebbero esserci problemi visto che l'uomo della cisternetta dovrebbe passare presto. Quando arriva capisco subito che qualcosa è cambiato: diversamente dal passato, l'operatore non si presenta più a torso nudo ma con una maglietta di buona marca e mi fa subito capire che i 150 litri che servono a rabboccare il consumo odierno non sono sufficienti a farlo muovere e che se voglio la benzina devo portarmela con le taniche. La tappa di domani prevede poco più di ottanta miglia verso l'isola di Kithira e di benzina per arrivarci ne ho in abbondanza, quindi la mia risposta è: le taniche falle portare a' sorete!
11° tappa: appena uscito dalla baia il vento si fa sentire mentre il mare è pieno di schiume bianche; per fortuna le onde sono abbordabili ed il Prince se la cava piuttosto bene, con il Suzuki che continua a spingere da par suo. E' passato da poco mezzogiorno quando faccio il mio ingresso davanti alla banchina di Livadia (Kithira) dove spero di riuscire a fare il pieno. Sono fortunato, su un muro trovo il numero di celulare da chiamare per l'incombenza ed un'ora dopo arriva la piccola autocisterna con i 250 litri che mi servono per il rabbocco. Terminata l'operazione mi sposto dall'altra parte del golfo, quì c'è una risacca terribile, dove mi ricavo un posto d'ormeggio tra i pescatori locali che mi guardano con un pò di commiserazione, forse pensano che loro le rogne in mare le affrontano per lavoro mentre io me le cerco per hobby... 12° tappa: schiume bianche a perdita d'occhio e Meltemi che pompa da par suo; da 6 a 7 Beaufort diceva il meteo che mi hanno passato ieri gli amici del club del Gommone di Milano, e a quanto pare stamattina i 7 Beaufort ci sono proprio tutti. La saggezza consiglierebbe di restare in porto ma non posso mica farmi fermare da un pò di vento, quindi, rotta sulla mitica Santorini e "avanti Savoia" come avrebbero detto una volta! Ci vogliono sette ore e mezza per navigare, pardon, saltare per tutte le 132 miglia che mi separano dalla mitica caldera, ma la giornata non è ancora finita: poco oltre il porto si sta disputando una gara di slalom con le moto d'acqua, il tutto correttamente sorvegliato da una grossa barca del Pronto Intervento Sanitario da cui, a gesti, cercano di attirare la mia attenzione. Mi avvicino e mi spiegano subito che l'ancora della loro barca è incagliata e c'è un windsurfista un paio di miglia fuori che ha bisogno di aiuto. Giro lo sguardo dove mi viene indicato e vedo qualcuno che sta annaspando in acqua mentre tenta di trattenere un windsurf imbizzarrito dal forte vento che tira verso il largo. Pronti via, si va immantinente al salvataggio di quell'incauto figlio del vento; in un attimo lo raggiungo, lego la cima dell'infernale oggetto velico alla bitta del King, poi aiuto il ragazzo a salire a bordo, che comodità avere la scaletta laterale a 4 scalini; scarico il poveretto in condizioni di forte affanno respiratorio ai ragazzi del soccorso che, peraltro, non sembrano ancora aver risolto i problemi di incaglio della loro barca.
13° tappa: il Meltemi ha mollato un pò durante la notte anche se stamattina pompa nuovamente rigoglioso come ieri e le 105 miglia per arrivare a Tilos me le devo guadagnare tutte, compreso l'ormeggio in porto. Il vento forte ha impedito alle barche di uscire, così il piccolo porto di Tilos è proprio full; per fortuna un collega gommonauta di Rodi mi concede di ormeggiare al fianco del suo bel Ribeye 650 giallo. L'amico Joannis (vedere l'Aegean Raid 2010) sta benissimo ma, purtroppo per me, oggi la benzina non è reperibile causa festa paesana. Durante la cena i nuovi amici di Rodi mi informano che a Simi c'è il distributore di benzina in banchina, così posso partire la mattina presto per fare un comodo pieno senza l'uso le taniche.
14° tappa: il canale che divide Simi da Tilos è largo soltanto una trentina di miglia ma vento e onde sono devastanti e devo ricorrere nuovamente alla maschera sub per riuscire a mantenere la giusta rotta. Le fiondate d'acqua penetrano nelle pieghe del tendalino e fanno saltare gli elastici che lo tenevano serrato; devo così provvedere a legare il tutto tramite una robusta cima e, potete credermi sulla parola quando dico che il solo stare in piedi sul sedile di poppa è un'impresa davvero ardua. Riprendo la navigazione e, seppur lentamente, riesco ad aggirare il capo a nord dell'isola e ad entrare nell'insenatura che conduce al porto di Simi. Le colonnine ci sono ed il rifornimento è una semplice formalità, compreso quello dell'acqua potabile. Riparto con la ferma intenzione di arrivare sino Kastellòrizo, dove entro da conquistatore alle ore 15.00 di Domenica 27 Luglio. Entro a Kastellorizo dalla zona sud e la baia dove dirigo il Prince è pittoresca ma mi rendo conto che non può essere quella principale a causa dei fondali troppo bassi. Il silenzio è impressionante e viene interrotto soltanto dai rintocchi della campanella di un piccolo monastero e dai belati di due caprette e ad immedesimarsi nel film Mediterraneo di Salvadores è un attimo. Ormeggio ad un piccolo e decrepito pontile in cemento anche se per riuscirci devo trimmare il motore al massimo e trascinare il gommone a mano; una breve occhiata ai dintorni mi convince che stanotte nessuno disturberà i miei sogni. Un bagno ristoratore, poi mi avvio verso il nucleo abitato e salgo sino al piccolo castello per scattare qualche foto. Il panorama è da mozzafiato e da qui posso vedere anche l'altra baia, quella con gli alberghi ed i ristoranti. La mattina dopo laascio il "golfo del silenzio” per entrare nella baia del “commercio” che ospita un lunghissimo molo ad U, dove attraccano i traghetti e si svolge la vita turistica e commerciale dell'isola.
L'indomani mi sposto nella "baia del casino" e, a differenza di ieri, trovo difficoltà per ormeggiare; per fortuna, Angelo, proprietario di uno dei tanti ristoranti del porto, mi concede di ormeggiare dinnanzi al suo locale dove consumo un mini pranzo ed una mega cena spettacolari. Oggi posso proprio dirlo, ho passato un giorno da perfetto turista, andando a zonzo e facendo foto a tutto spiano.
15° tappa: alle 07.00 sono già pronto a muovere verso Simi, la giornata prevede il pieno di carburante e acqua per poi puntare nel fiordo dove sorge il monastero di Panormidis. Lascio Kastellorizo con rotta nord in modo da poter ammirare le invitanti spiagge turche che si trovano a poche miglia dall'isola ed il ritorno a Simi è una vera passeggiata al pari del rifornimento che si svolge rapidiissimamante. Ora non mi resta che impostare il Navman sull'insenatura di Panormidis e fare rotta sul famoso monastero. Alle 12.30 entro nella profonda insenatura dove sorge il monastero ma della famosa "quiet" tanto decantata dagli amici di Rodi non trovo traccia, la baia è piena di barche e c'è una risacca non concede tregua; inoltre, gli altoparlanti del monastero diffondono preghiere al seguito ad un volume decisamete elevato.
16° tappa: stamattina le preghiere iniziano alle 06.30 e non c'è più verso di dormire, così, mezz'ora dopo metto la prua sull'isola di Astipalea che dista 75 miglia. Appena fuori dall'insenatura il Meltemi si fa nuovamente sentire e devo correre subito ai ripari rimettendomi la maschera da sub; il mare ribolle tutt'intorno e mantenere la rotta giusta risulta tutt'altro che facile. La lotta con le onde dura sino ad un paio di miglia dalla meta e quando ormeggio nel porticciolo dell'isola sono decisamente provato. Nel tardo pomeriggio entrano in porto due vele del Centro Velico Caprera i cui equipaggi sono partiti da Brindisi e domani chiuderanno il loro giro a Rodi. Quest'isola è una delle mie preferite ed il paese abbarbicato sulla collina offre panorami veramente spettacolari.
17° tappa: il Meltemi impera anche anche oggi e per coprire le 77 miglia che mi separano da Naxos ci vogliono ben cinque ore di navigazione durissima. Durante l'attraversamento del canale che separa Naxos da Paros vengo rimontato da un traghetto/catamarano che, nonostante questo mare, riesce a navigare ad una velocità incredibile. Il marina è strapieno e per trovare un posto d'ormeggio libero devo recarmi nell'ufficio del porto dove grazie ai buoni uffici del direttore mi viene concesso un posto rimasto libero perchè il titolare dell'ormeggio stamattina non è riuscito a rientrare perchè non se l'è sentita di affrontare il Meltemi. Naxos è una vera cittadina e la strada che costeggia il porto è trafficatissima; la nostalgia delle piccole isole dove le auto si possono contare sulle dita di una mano fa presto a farsi sentire...
18° tappa: Meltemi, sempre Meltemi, fortissimamente Meltemi! Stanotte ha continuato a soffiare forte e anche oggi dovrò soffrire per tutte le 76 miglia che mi separano dall'Olimpic Marina di Lavrion. Parto contemporaneamente al traghetto che fa rotta per Atene ed è difficile a credersi ma anche su questo mare terribile il Prince riesce a navigare tra i 15 ed i 17 nodi e piano piano il traghetto resta indietro. Ho scelto la rotta più breve, ovvero, il passaggio tra le isole di Serifos e Kithinos ed è proprio nello scapolare la punta sud di quest'ultima che succede l'inaspettato: tutto ad un tratto percepisco un forte odore di bruciato e visto che nelle vicinanze non c'è anima viva, deve per forza provenire dal Prince. Spengo subito il motore anche se gli allarmi del Suzuki non si sono accesi e faccio un primo rapido controllo sugli apparati elettrici senza però scoprire nulla; provo quindi a riavviare il motore ma il sistema di allarme indica un calo di tensione che impedisce al motore di ripartire. Giro la chiave senza avviare il motore sperando di capire dove sia il problema ed ecco che un filo di fumo fa la sua comparsa da sotto la bussola! Con un cacciavite smonto le 7 viti che bloccano il pannello comandi, lo stacco e lo appoggio sul volante, e mi basta un attimo per notare che i fili della luce della bussola sono completamente fusi! Non c'è molto da pensare, taglio i fili, li separo con il nastro isolante e provo subito a riavviare il Suzuki che fa risentire subito la sua meravigliosa voce. Mentre rimetto a posto il pannello, un grosso yacht passa vicino a me senza degnarmi di uno sguardo, eppure credo che qualcuno degli occupanti abbia visto bene che ero in avaria in mezzo a quel mare. Chissà, magari c'è rimasto male quando l'ho sorpassato al traverso di Kithinos! Non ne sono sicuro, comunque, nel dubbio, l'ho risorpassato con tanto di dito medio ben rialzato! 19° tappa: ieri ho dormito all'Olimpic Marinaal modico prezzo di 50,00 € e senza aver richiesto acqua e corrente elettrica, alla faccia della crisi. Alle 07.00 lascio il marina e faccio rotta su Capo Sunion da dove tiro un bel bordo dritto sul canale di Korinto; il pedaggio è rimasto invariato dal 2010, ovvero 99,00 €. Mezz'ora dopo sul canale 11 del vhf arriva il via libera che viene confermata anche dall'alzo della bandiera blu; mollo rapidamente gli ormeggi ed entro per primo, così posso godermi il canale senza ostacoli dinnanzi alla prua del Prince. L'emozione che procura il passare attraverso questo mitico canale è sempre fortissima e le tre miglia di navigazione in quest'acqua verdissima sono un vero sballo. Alle 12.30 entro nel tranquillo porticciolo di Kato Assos già luogo di sosta durante il raid Aegean 2010.
20° tappa: alle 06.30 il Suzuki fa sentire la sua voce ed il Prince esce dal porto con rotta su Argostoli; il vento latita, il mare è abbastanza tranquillo e l'unico problema è dovuto al gran caldo che non si attenua neppure in navigazione. Coreografico come sempre il passaggio sotto al ponte di Patrasso che unisce le città di Rion nel Peloponneso, e Antirion dal lato della Grecia continentale; questo modernissimo ponte è soprannominato ponte di Poseidone e con i suoi 2.883 metri è più lungo del Golden Gate. La navigazione prosegue sino alle 13.30 quando ormeggio il Prince al molo di Denis per fare il pieno di carburante e scorta di viveri e acqua, visto che domani dovrò navigare per 170 miglia per tornare a Crotone. 21° tappa: alle 07.00 lascio la banchina del distributore per la lunga traversata che mi porterà nelle patrie acque calabresi; il mare è appena mosso ed il gommone solca le acque a 21 nodi senza problemi. I consumi sono costanti sul litro e mezzo a miglio ed il carburante del serbatoio principale è ampiamente sufficiente a coprire le 170 miglia della tappa di oggi, anche se ci sono due taniche di rispetto da 25 litri ben stivate nel gavone di poppa. La navigazione scorre tranquilla ma la stanchezza causata dal gran caldo si fa sentire e quando mi presento davanti al Kroton Yachting Club le mie energie sono ormai ridotte al lumicino; per fortuna mi fermerò qualche giorno in attesa di partecipare alla grande festa per il 60° Anniversario di matrimonio dei coniugi Aiello ed al concerto jazz che si terrà all'interno del Kroton Yachting Club.
22° tappa: il risveglio si porta dietro un cielo coperto da nuvole temporalesche, le prime che vedo da molti giorni; per fortuna ieri sera il meteo ha tenuto ed il concerto jazz organizzato dallo Yachting Kroton Club si è rivelato un vero successo. Straordinaria la location dei musicisti che hanno suonato su una piattaforma galleggiante realizzata ad hoc che, però, ha causato un pò di mal di mare ad uno dei musicisti. Stamattina ho appuntamento con Teo e Antonio Aiello nei pressi di Le Castella per farmi fare un po' di foto in navigazione, visto che non posso realizzarle da solo. Terminato il servizio fotografico e salutati gli amici, riparto con la prua sullo stretto di Messina ma poche miglia più avanti il golfo di Squillace fa squillare le sue trombe e devo prontamente ridurre la velocità per non far prendere il volo al Prince. All'imbocco dello stretto un fortissimo vento di NE alza onde alte e ripide che richiedono nuovamente la riduzione della velocità. Le uniche barche che incrocio sono due grandi vele ed un grosso yacht a motore ma tutte e tre sono dirette a sud, quindi, con vento e mare a favore. Il mare non molla neppure all'uscita dello stretto e devo mantenere bassa la velocità sino al porto di Bagnara Calabra dove entro sotto un vero nubifragio con tanto di tuoni, fulmini e grandine. Ci sarebbe voluta una foto ai due addetti al distributore che, increduli, mi guardavano con questa muta domanda “ma da dove cavolo arriva con questo tempaccio!”. 23° tappa: la forte risacca che entra in porto anticipa il mio risveglio nonostante la stanchezza accumulata ieri e così alle 07.00 sono già fuori dal porto con la prua puntata su Maratea. Il mare è mosso ma non proibitivo e posso navigare sui 18 nodi senza sbatacchiare troppo; questo stato di cose dura sino a 20 miglia dalla meta quando il drastico calo del vento abbonaccia il mare rendendo più confortevole la mia navigazione. Fermata d'obbligo al distributore del carburante dove il gestore mi riconosce, sono stato quì durante il Gommoshow 2012, e allerta un baldo giovanotto che mi trova un ormeggio presso il molo di transito a costo zero. Al momento di staccare il Prince dalla banchina, il giovane sale a bordo spiegandomi che portare il gommone all'ormeggio è un'operazione delicata e vorrebbe mettersi lui al timone; visto che è riuscito a trovarmi un ormeggio in un porto pieno come un uovo, con un sorriso gli cedo i comandi perdonandogli la poca fiducia nelle mie capacità di timoniere.
24° tappa: il risveglio di stamattina mi porta una domanda che non trova risposta: l'attempato yacht che era ormeggiato alla mia dritta non c'è più! Com'è possibile che non abbia sentito l'accensione e la manovra dei due grossi diesel che si trovavano a meno di un metro dalle mie orecchie? Vabbè la fase REM, però... Roso da questo dubbio prendo il mare con destinazione Sperlonga. La navigazione è tranquilla e faccio rotta diretta su Capri, Ischia, Procida e, infine Gaeta, dove faccio la sosta carburante. Alle 16.00 entro nello strettissimo canale del porticciolo di Sperlonga, dove vengo ricevuto dall'amico Michele Garofalo accompagnato da tre mozzarelle inviatemi da Angelo detto il Moro, seriamente preoccupato dalla lunga astinenza da cibo (non ho ancora pranzato) di oggi.
25° tappa: il primo bordo della giornata è sul promontorio del Circeo, il secondo su Nettuno e proprio qui ricevo la telefonata del cantiere in cui mi chiedono se posso spostare la meta di oggi da Porto Azzurro (Elba) a Solenzara (Corsica), per presentare il Prince al loro dealer che si trova nella bella cittadina corsa. Faccio scorrere la carta del gps e vedo che la distanza aumenta di sole 15 miglia; detto fatto e con 185 miglia questa risulterà la tappa più lunga di tutto il raid.
26° tappa: la partenza da Solenzara avviene in compagnia dello Zar 65 della famiglia Telò con cui mi accompagnerò sino al porticciolo di Taverna dove loro faranno carburante prima di virare verso l'Elba mentre io punterò dritto sulle banchine de Il Pontile di Genova Pegli per festeggiare con gli amici la buona riuscita di questa splendida avventura mediterranea che, ancora una volta, ha sancito l'estrema sicurezza e la rapidità del gommone nelle navigazioni su lunghe distanze. Le tappe Genova – Macinaggio (Corsica) 94 miglia Macinaggio - Cannigione 113 miglia Cannigione – Villasimius 139 Villasimius - Marsala 162 Marsala – Marina di Licata 88 Marina di Licata – Marina di Ragusa 43 Marina di Ragusa – Roccella Jonica 156 Roccella Jonica – Crotone 62 Crotone – Argostoli (Cefalonia) 174 Argostoli – Pylos 100 Pylos – Kithira 83 Kithira – Santorini 128 Santorini – Tilos 105 Tilos – Simi – Kastellorizo 125 Kastellorizo – Simi -Panormidis 104 Panormidis – Astipalea 75 Astipalea – Naxos 77 Naxos – Olimpic Marina (Lavrion) 76 Olimpic Marina – Kato Assos 69 Kato Assos – Argostoli 124 Argostoli – Crotone 171 Crotone – Bagnara Calabra 146 Bagnara Calabra – Maratea 104 Maratea – Sperlonga 138 Sperlonga – Solenzara 185 Solenzara – Genova 162 Totale miglia percorse: 3.003 (km 5.561) Ore di navigazione: 162 Velocità media: nodi 18,53 Consumo totale: 4.400 lt. Consumo orario: 27,160 lt/h. Consumo per miglio: 1,465 lt. I protagonisti Il gommone Il Prince 28 Sport Cabin che verrà impiegato nel raid Mediterraneo 2013 è il minore tra i battelli dotati di cabina prodiera prodotti dal cantiere Nuova Jolly di Cologno Monzese (MI). Il battello si caratterizza per la linea accentuatamente sportiva che, unita alla sinuosità estetica dei tubolari, lo rende facilmente riconoscibile. La cabina prodiera rappresenta il nucleo centrale del battello e possiede ampi spazi per offrire un confortevole riposo notturno a due persone, mentre il locale bagno è separato ed offre volumi e tutti gli accessori necessari alla sua funzionalità. Questa conformazione, in abbinamento alle ottime doti di navigazione offerte dall'opera viva, fanno del Prince 28 Sport Cabin il battello ideale per il camping nautico a largo raggio. Le parti in VTR sono realizzate mediante componenti di elevata qualità, quali il gel neopentilico e le resine isoftaliche, che sono rinforzate da stuoie di vetro multiassiale mediante un'accurata lavorazione manuale. La parte gommata è interamente costituita da un tessuto di neoprene/hypalon della prestigiosa serie ORCA, nella grammatura da 1670 D.Tex, prodotta dalla Pennel & Flipo. www.nuovajolly.it Il motore Il motore utilizzato per spingere il Prince 28 Cabin sarà il Suzuki DF 250AP che abbiamo ritenuto il propulsore ideale per la realizzazione di questo impegnativo raid. Il blocco motore del DF 250AP propone un’architettura a 6 cilindri disposti a V di 55°, per una cilindrata complessiva di ben 4.028 cc. Le valvole sono quattro per ogni cilindro (24 totali) e sono comandate da quattro alberi a camme in testa, due per ogni bancata di cilindri. L’altissimo livello tecnologico di questo progetto è riscontrabile nel variatore di fase VVT che consente un notevole miglioramento della coppia motrice unita ad un sensibile aumento delle prestazioni ai regimi più elevati. Il DF 250AP, alla pari del fratello maggiore DF 300 AP, è il primo fuoribordo al mondo a disporre del Suzuki Selective Rotation, ovvero, di un piede che può funzionare sia nella classica rotazione destrorsa, sia nella versione controrotante; la sua conformazione affilatissima riduce la resistenza dell’avanzamento in acqua, migliorandone le performance totali. Anche i consumi di carburante e la relativa autonomia sono elementi determinanti in un’avventura così lunga ed impegnativa ed il DF 250AP, grazie alla tecnologia Lean Burn, garantisce i consumi di carburante più bassi della categoria. Altra nota di particolare rilievo, peraltro riscontrabile anche nei modelli di minor potenza, risiede nel disassamento (offset) presente tra l’albero motore e l’albero di trasmissione, un’esclusiva tecnologia che consente di ottenere due preziosi vantaggi: lo spostamento del peso del motore verso l’interno dell’imbarcazione e l’utilizzo di un piede dotato di minor sezione; il tutto si condensa in un deciso miglioramento dell’assetto dell’imbarcazione e in una sensibile diminuzione delle resistenze idrodinamiche. Tipo: 4 tempi DOHC, 6 cilindri a V 55°, 4 valvole per cilindro – VVT System Cilindrata: 4.028 cc. Versione gambo: TX 635 mm; TXX 762 mm Alesaggio e corsa: 98 x 89 mm Regime di utilizzo ottimale: 5.700 – 6.300 giri/min Sistema di alimentazione: Elettronica multipoint Sequenziale Alternatore: 12V – 54A Avviamento: Elettrico Apparati di navigazione Un raid così impegnativo abbisogna di strumenti di navigazione e di sicurezza dotati di notevole precisione e grande affidabilità, per questo motivo abbiamo scelto di utilizzare il plotter cartografico a colori AdvanSea T.56 della Plastimo, che dispone di un potente hardware in grado di sfruttare appieno le nuove carte elettroniche Max Chart della Jeppesen Marine, leader mondiale del settore. A compendio degli strumenti elettronici di navigazione, a bordo verrà installata una bussola magnetica modello Offshore 135 della Plastimo, uno strumento creato appositamente per le imbarcazioni veloci e dotato di una straordinaria affidabilità, unita ad un elevato fattore di smorzamento della rosa dei venti. Sea Adventure ringrazia: Nuova Jolly, Suzuki Marine Italia, Cocoon, Sea Best, Stickers Point, Pontile Albatros, Marina Cala del Sole Licata, Marina di Ragusa, Yachting Kroton Club, il Fuoribordo Marsala. | |
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