Sea Adventure associazione gommonautica sportiva dilettantistica
affiliata al C.S.I. (Centro Sportivo Italiano)
La scintilla che ha dato vita a questo raid è partita dall'amico Gianni Iengo e l'intento era quello di portare un messaggio di speranza a tutti quei migranti che si avventurano in queste lunghe e penose traversate, unitamente al cordoglio per tutte quelle famiglie che piangono la scomparsa dei loro cari. L'itinerario scelto ha seguito una rotta inversa alla loro, onde offrire un senso d'incontro, di scambio e al tempo stesso di benvenuto per tutti quei popoli che navigano con la speranza di raggiungere le nostre coste nel tentativo di trovare una nuova vita attraverso le vie del mare. 1° tappa: lascio le banchine de Il Pontile di Genova Pegli con rotta diretta sul marina di San Vincenzo dove nel weekend si svolgerà la manifestazione Tuscany SEA LIFE 2014 organizzata dalla Tuscany SEA LIFE, Nautica Acquasport, Suzuki Marine Italia, Nuova Jolly, Novacar e Marina di San Vincenzo. Il vento è quasi assente e il mare presenta un'onda in caduta, residuo del maltempo dei giorni precedenti, che non impedisce al Prince 28 Cabin Sport di navigare sui 18/20 nodi. Il gommone è quello usato lo scorso anno mentre il motore è un nuovissimo Suzuki DF 250AP in livrea bianca, ma customizzato dalla GP Design di Torino mediante una speciale vernice che diventa “luminescente” nel buio della notte; per motivi di tempo la scelta è caduta sul DF 250AP a cui, però, è stata sostituita la centralina ed è diventato un 300 hp a tutti gli effetti. Dopo una quarantina di miglia faccio uno step di controllo per verificare se l'anomalia che si è manifestata il giorno del varo e che mandava in protezione il motore decelerando sia stata risolta; così è, quindi, riprendo la navigazione con il morale sollevato. Alle 14.00 entro nell'accogliente marina di San Vincenzo accolto dai ragazzi della Tuscany, dalla famiglia Gambacciani della Acquasport e da Carlo Chiavistelli, segretario generale dello Yacht Club Marina di San Vincenzo che stanno ultimando i preparativi del Tuscany SEA LIFE 2014. 2° tappa: terminata la kermesse Tuscany, lascio San Vincenzo con rotta sull'isola del Giglio dove voglio fotografare la Costa Concordia tornata finalmente in posizione eretta ed in attesa del traino che la porterà a Genova. Il mio arrivo non passa inosservato e vengo subito redarguito dagli occupanti di una barca della Security perchè, a detta loro, sarei passato troppo vicino alla nave; per fortuna in mio soccorso arriva il veloce gommone della Guardia di Finanza il cui equipaggio intercede in mio favore consentendomi così di scattare le ultime foto. Riparto soddisfatto puntando il cursore del gps Navman su Cannigione. Ieri, approfittando delle comode plancette poppiere del Prince ho cambiato l'elica, una 4 pale in acciaio da 15.25 x 18 con la consueta 3 pale da 16 x 18.5 che mi offre una miglior resa nei consumi. Inizialmente il mare si presenta poco mosso e il Suzuki non fatica a mantenere il gommone sui 20 nodi ma la situazione inizia a cambiare un paio d'ore dopo con il mare che cresce spinto da un Maestrale che sale rapidamente d'intensità. Mancano ancora 40 miglia a Cannigione e mi rendo conto che avanti così non posso andare, il gommone subisce colpi terribili anche se la velocità è diminuita a poco più di 10 nodi; inoltre, i consumi sono saliti alle stelle e non vorrei trovarmi ad attraversare le Bocche di Bonifacio con la benzina contata. L'unica soluzione è virare a dritta e fare rotta su Solenzara (Corsica) mettendomi il mare quasi al traverso e ottenendo così con un maggior comfort di navigazione e la possibilità di far carburante ad un prezzo decisamente migliore. Un'ora e mezzo dopo entro nel porto di Solenzara e faccio il pieno che qui costa € 1,687. Riparto subito alla volta di Cannigione su un mare piatto anche se so bene che tra poche miglia perderò la protezione della costa e mi troverò a lottare nuovamente con le onde. Punto la prua del Prince sul passaggio tra Caprera e la Maddalena, in modo da navigare con vento e mare al traverso che mi consente una velocità oltre i 15 nodi anche se vengo sottoposto a continue docce d'acqua di mare. Le miglia non sono moltissime ma sembrano protrarsi all'infinito finchè il piccolo ponte che unisce le due isole appare all'orizzonte e capisco che ce l'ho quasi fatta. Durante la sosta al distributore, la bionda addetta mi fa notare che ho la maglia bagnata sulla schiena, al che rispondo che anche le mutande sono un tantino bagnate... 3° tappa: oggi la meta è Villasimius, divenuta ormai il mio trampolino personale verso la Sicilia. Ieri ho sostato a Cannigione ospite dell'amico Aldo che con il figlio Emanuele gestisce i pontili Albatros; la sosta è servita a rimettere in sesto la porta della cabina del Prince e a serrare viti e bullonerie che si sono allentate durante i salti fatti al suono del Maestrale. Oggi niente vento e mare calmo, una situazione ottimale che mi riappacifica con il mare in attesa del lungo balzo di domani verso la Sicilia. Alle 16.00 entro nel marina di Villasimius dove i prezzi non sono bassissimi, visti i 50,00 € che devo sborsare per far riposare il Prince per una notte. 4° tappa: alle 07.30 mollo gli ormeggi ed esco dal porto, un ultimo controllo per sincerarmi che le taniche di rispetto siano ben fissate, poi punto il cursore del Navman su Marsala e abbasso la manetta per portare il Suzuki ai consueti 3.600 rpm che corrispondono alla velocità di 20 nodi; il mare è di un blu intenso e si muove con una maestosità che mi fa sentire in cielo. Sono passate una quindicina di miglia sotto alla carena del Prince quando in lontananza scorgo una sagoma scura che increspa l'acqua, possibile che sia... sì, è proprio una balena, piccola ma lo spruzzo che emette è inconfondibile; rallento subito ma lei è giovane e fa la ritrosa. Pazienza, non mi piace forzare questi incontri per cui mi accontento di un paio di foto scattate da lontano. Mi rimetto in rotta e non v'è altro da segnalare sino alle 15.00 quando arrivo al traverso dell'isola di Marettimo; un piccolo break, poi riparto verso i pontili dell'amico Vito Giacalone, titolare della nautica Il Fuoribordo, dove attenderò che domani arrivi il mio passeggero... 5° tappa: nel pomeriggio di ieri a Marsala è arrivato l'amico Gianni Iengo che navigherà con me alla ricerca del Banco Skerki e nelle tappe successive sino a quando approderemo al marina di Ragusa. La mia conoscenza del di questo luogo ancestrale avvenne molti anni fa leggendo i libri di Ninni Ravizza, famoso subacqueo e corallaro siciliano: il Banco Skerki è una dorsale subacquea molto estesa che si trova in mezzo al canale di Sicilia a circa 70 miglia al largo di Trapani. Lo Skerki può essere considerato l'ultimo baluardo di un Mediterraneo che non esiste più, un ecosistema ancora intatto e poco esplorato. A noi interessa trovare la punta Keith, detta anche ''punto zero'', uno scoglio che arriva a -30 cm dalla superficie. Alle 07.30 il Prince lascia il pontile dell'amico Vito e punta dritto in direzione W navigando sulle coordinate 37°50’ N - 010°56’ E, recepite sulla carta dell'Istituto Idrografico della Marina Militare dove si trova il seguente commento: lo scoglio è quasi affiorante (0,3 m) ed il mare generalmente vi frange. Circa 100 mt ad E dello scoglio, in fondale di 22 m, è ancorata una boa conica, dipinta di rosso in alto e bianco in basso, sormontata da miraglio costituito da due coni uniti alle basi. La boa è soggetta ad essere asportata dal mare. E quest'ultima parte corrisponde al vero perchè nel momento in cui abbiamo avvistato la mitica punta, del miraglio non v'era traccia alcuna. Alla vista del fondale bassissimo, coperto da un'acqua dalla trasparenza incredibile, siamo stati presi dall'emozione e abbiamo gridato e cantato vittoria. Dopo un meritatissimo minipranzo abbiamo ripreso la navigazione su un mare calmissimo verso l'isola di Pantelleria dove siamo entrati alle 16.30 ebbri di meritata soddisfazione. 6° tappa: la mattinata inizia in modo movimentato a causa del distributore di carburante che ieri ha chiuso poco dopo le 18 e che, vabbè che è Domenica, resta inspiegabilmente chiuso anche oggi! Meno male che a circa 200 metri dal nostro ormeggio, ce nè uno stradale e con due viaggi da 4 taniche riusciamo ad infilare poco più di 160 litri nel serbatoio. Tanta fatica viene subito ricompensata dalla gentilezza di Giovanni Del Gatto, estroso noleggiatore di gommoni, nonchè proprietario di un'ottima pasticceria dove ci viene offerta un'abbondantissima colazione. Tra cornetti e cannoli riusciamo a partire solo verso le 10 ma il mare evidentemente tifa per noi e dopo la splendida giornata di ieri ci grazia anche oggi e le 90 miglia per arrivare a Monastir si dimostrano una pura formalità. A proposito di formalità, io mi presento alla Polizia di Frontiera con la sola Carta d'Identità e la cosa non piace ai militari che devono conferire con la sede centrale e oggi è Domenica... La Dogana invece ci ha già sdoganato ma devo versare loro 3.5 dinari tunisini (1.50 €) ma non accettano gli euro e non mi danno pace. A questo punto Saber, il poliziotto più giovane, si prende pena di me e mi scorta in un hotel con annessa postazione bancomat; finalmente ho trovato anch'io il mio bodyguard! 7° tappa: oggi si scende ancora a sud per visitare le isole Kerkenna; pimo intoppo di giornata, il distributore non accetta carte di credito e neppure gli euro, quindi, scarpinata al solito hotel con bancomat dove prelevo altri 200 dinari (83,00 €), di più non riesco a farmi dare, ma che quì magicamente si moltiplicano, visto che il costo della benzina è di € 0.78; secondo intoppo, usciamo dal porto e facciamo rotta sul primo capo senza sapere che quella è una zona di bassi fondali e quando Gianni si accorge che il fondale è basso, istintivamente rilascio l'acceleratore, il gommone perde la planata e si appoggia delicatamente su un fondale di alghe e fango. In lontanaza si vedono un paio di pescherecci che navigano verso terra e noi lì dovremo dirigerci se ci riuscirà di rifar galleggiare il Prince. Scendo in acqua e constato subito che il gommone è piantato anche se manca poco alla sua galleggibilità; dopo un giro attorno al gommone troviamo la giusta direzione da prendere che corrisponde esattamente alla poppa del Prince, quindi, occorre farlo ruotare di 180° ma il principe non sembra avere nessuna voglia di muoversi. L'unica possibilità che abbiamo di uscire da questo terribile impasse è che salga la marea, perchè se dovesse scendere, l'unico mezzo per tirar via il gommone sarebbe un elicottero CH-47 Chinook a doppio rotore!!! Abbiamo un gran culo, scusate la volgarità ma quando ci vuole, dopo una quarantina di minuti l'acqua sale di quel tanto che basta per far ruotare il gommone e spingerlo per un centinaio di metri sino a trovare acque un poco più profonde. Il Suzuki è nuovamente in moto e Gianni è a prua per segnalarmi la giusta via per uscire da questa trappola micidiale. Riprendiamo la navigazione verso le isole Kerkenna prestando molta attenzione ai fondali che anche quì si rivelano decisamente esigui. Alle 15 entriamo nella rada dell'isola più grande che offre un piccolo porticciolo peschereccio flagellato da almeno 30 nodi di vento; qualche rapido scatto a ricordo della nostra venuta e ripartiamo subito verso il grande porto di Sfax che sarà la meta di oggi. 8° tappa: quando siamo arrivati in porto ci siamo subito resi conto che si trattava di un porto peschereccio di dimensioni enormi ma privo della presenza di barche da diporto. Dopo un paio di passaggi davanti a moli e moletti veniamo contattati da un giovane pescatore che ci offre di ormeggiare accanto alla sua imbarcazione: la prima sensazione è di diffidenza ma poi la gentilezza ed il garbo di questo sconosciuto ci conquistano; inoltre, Khalil, questo è il suo nome, sembra avere le giuste risposte alle nostre problematiche: hotel per Gianni e benzina per il Prince. Il porto di Sfax ospita 1.200 pescherecci d'altura e tutto quì è mirato al commercio del pescato, mentre il turismo è completamente assente. A quanto sopra dobbiamo aggiungere il fatto che siamo in pieno Ramadan, quindi i ristoranti sono chiusi sino a sera e, comunque, offrono menù decisamente ridotti. Ieri abbiamo fatto due viaggi con il taxi carico di taniche per rimettere in sesto la riserva di carburante che ci consentirà di arrivare oggi a Lampedusa. Prima di partire abbiamo saldato il conto del taxi dell'amico Mohamed che ci ha chiesto 10 dinari tunisini (4,00 €) per oltre una giornata di servizio, semplicemente incredibile! Salutiamo il giovane Kahlil e il suo inseparabile marinero dal nome impronunciabile e usciamo dal porto con due opzioni possibili: o seguire la rotta delle navi, allungando così il percorso di molte migla, o tirare diritto, controllando con moltissima attenzione l'altezza dei fondali sino al mare aperto; la scelta cade su quest'ultima che ci porta ad attraversare questa enorme secca di sabbia ed alghe che si estende per oltre 30 miglia. Dopo oltre due ore di sofferenza riusciamo a liberarci di questa spada di Damocle e a rilassarci anche se nel frattempo il mare ed il vento si sono alzati sul mascone di sinistra e ci costringono ad alleggerire la manetta dell'acceleratore. Sono quasi le 15 quando entriamo nel porto di Lampedusa accolti dalla famiglia di Pietro Riso, Presidente della A.N.A.P.I. mentre verso sera abbiamo l'onore di ospitare a bordo il giovane vice sindaco dell'isola, Damiano Sferlazza, che si complimenta con noi per le motivazioni del raid. 9° tappa: l'accoglienza di ieri non ci ha lasciato il tempo di fare carburante, così l'incombenza ci tocca stamattina e per poco non mi piglia un colpo quando sulla colonnina leggo la modica cifra di 2.359 € al litro; cavolo, nemmeno fosse Barolo del '64! La navigazione verso l'isola dei Cavalieri non pone problemi di sorta ed in sei ore esatte copriamo le 106 miglia che ci consentono di entrare nel Grand Harbour della Valletta; naturalmente si entra dal piccolo passaggio del ponte da dove, sempre in compagnia di Gianni, eravamo già passati durante il raid Gommoshow 2011. Prima di cercare l'ormeggio accostiamo alla navetta/distributore per fare il pieno visto che a Lampedusa ho caricato solo lo stretto necessario per arrivare quì dove la benzina costa € 1,47 a cui bisogna aggiungere il costo di € 8,30 per il servizio. Il canale dove abbiamo sempre ormeggiato alla portoghese si è trasformato nell'elegante Laguna Marina dove lasciamo riposare l'ammiratissima accoppiata Prince/Suzuki mentre noi prendiamo la via della cena in compagnia dell'amico Raphael Azzopardi che ci guida nel nuovo ristorante A Modo Mio, dove la cucina varca le soglie dell'arte. 10° tappa: le mete di oggi saranno Pozzallo e, a seguire, il marina di Ragusa; lasciamo Malta su un mare un pò mosso che, però, si spiana con il passare delle miglia, ed in poco più di due ore arriviamo all'interno del grande bacino del porto di Pozzallo. Nella locale sede della Lega Navale abbiamo un gradito incontro con il sindaco di Pozzallo, dott. Luigi Ammatuna che, unitamente al Presidente della Legan Navale ing. Luigi Tussellino, hanno parole di elogio per il nostro raid che giunge in una città tra le più colpite dagli sbarchi clandestini. Prima di ripartire abbiamo modo di visitare lo spiazzo dove sono ammassate alcune "carrette del mare" utilizzate per questi viaggi della speranza e non possiamo che rabbrividire al pensiero di tutte quelle persone ammassate su questi relitti che spesso affondano prima di avvistare terra. Il nostro arrivo nel marina di Ragusa viene salutato dall'ing. Luigi Stanzione, direttore del marina e dalla responsabile commerciale, dott. Enza di Raimondo che fanno gli onori di casa di questa splendida realtà siciliana dove resto ospite sino a Domenica quando si svolge la 5° edizione del "Vieni a mare con noi", una giornata di mare organizzata dal Circolo Nautico Cava D'Aliga e dedicata ai ragazzi Down dell'associazione Piccolo Principe sostenuta dalla passione della dott. Melania Fiorito. 11° tappa: lascio il marina di Ragusa con un pò di nostalgia, Gianni è tornato alla sua vita di sempre mentre io sono ritornato un navigatore solitario. Oggi sarà una giornata impegnativa dato che per arrivare a Roccella Jonica devo percorrere 160 miglia; per fortuna vento e mare sono abbordabili e in poco più di un'ora doppio l'isola delle Correnti, la zona più a sud della penisola; da quì punto il cursore del Navman su Roccella Jonica, da sempre base di lancio per le mie escursioni in Grecia. Il mare si è completamente spianato ed il Prince, spinto dal luminescente Suzuki solca le acque leggero come una piuma. Alle 16.00 entro in porto ed inizio la ricerca di un posto libero, quando vengo raggiunto dai due nuovi addetti alle banchine che mi accompagnano all'ormeggio; cavolo, vuoi vedere che finalmente questo porto ha trovato chi lo gestisce. Così pare, infatti, e il nuovo marina Porto delle Grazie si presenta benissimo visto che la cifra di ormeggio richiestami è di soli 10,00 €. Purtroppo la situazione carburante non si è ancora risolta anche se vengo rassicurato che per il prossimo anno entrerà in funzione il nuovo distributore che diventerà un punto di riferimento per tutti coloro che navigano da queste parti e che oggi non hanno modo di fare rifornimento nella tratta da Reggio Calabria a Crotone. 12° tappa: oggi tappa breve sino a Crotone, dove potrò fare il pieno in vista della lunga tappa di domani e salutare gli amici del Kroton Yachting Club; durante la navigazione su un mare calmissimo, non posso fare a meno di esplorare con lo sguardo in ogni direzione nella illusoria speranza di veder galleggiare la piccola barchetta con a bordo i tre pescatori che da ieri sono scomparsi all'interno del golfo che racchiude le province di Catanzaro e Crotone. A raid finito, ho poi appreso la triste notizia dell'avvenuto ritrovamento del piccolo natante affondato. E' stata un'imprudenza gravissima quella compiuta dai tre amici che, purtroppo, si è risolta nella peggiore delle tragedie possibili; ora, può sembrare strano che proprio io parli d'imprudenze in mare ma un conto è affrontare mari difficili su un gommone che offre potenzialità di galleggiamento sconosciute ad ogni altro tipo d'imbarcazione, un altro conto è avventurarsi in tre persone, prive di esperienze di mare, a bordo di una barchetta lunga poco più di 3 metri in un tratto di mare infido come quello del golfo di Squillace; ad un natante di questo tipo, se non condotto con grande perizia, bastano un paio di onde provenienti dal passaggio di una nave al largo, per riempirsi d'acqua e andare giù. Al benvenuto per l'arrivo del Prince dinnanzi alle banchine dello Yachting Kroton Club sono presenti tutti, a cominciare dal vulcanico presidente Ugo Pugliese. 13° tappa: il meteo di oggi non lascia presagire nulla di buono per la lunga traversata verso l'isola di Corfù: vento di Libeccio da 25/30 nodi con mare grosso e possibili piogge; a volerla proprio vedere positiva, non dovrei avere il mare di prua! Alle 07.00 mi stacco dalla banchina e faccio rotta sul sole (85°) nel caso si decidesse ad uscire; ho infilato un k-way per proteggermi dall'acqua gelida che arriva a bordo ad ogni ondata spinta da questo vento feroce che non vuole darmi tregua. Il braccio destro è costantemente appoggiato alla manetta dell'acceleratore e, nonostante l'elastico che stringe la manica del k-way, l'acqua trafila all'interno e va ad accumularsi in fondo al gomito e, periodicamente devo abbassare il braccio per scaricarla. Bagnatissimo e infreddolito riesco comunque a far navigare il Prince a 16/18 nodi e devo convenire che non esiste nessun tipo d'imbarcazione, che non sia una nave, in grado di fare altrettanto. La lotta con gli elementi dura sino alle 14.00 quando un pallido sole fa capolino tra i nuvoloni ed il vento inizia a soffiare in modo più umano; alle 15.00 accendo il cellulare e comunico il mio prossimo arrivo al gruppo dei milanesi che si trova a porto Lakka, isola di Paxos, dove entro stanco ma soddisfatto dopo 149 miglia di lotta. 14° tappa: oggi giornata tranquilla in compagnia dei tre equipaggi del Club del Gommone che fanno vacanza nelle isole Jonie. Come può cambiare la vita in poco tempo: alle 09.00 di ieri ero flagellato da onde e pioggia mentre stamattina mi è bastato allungare una mano per trovare cornetto caldo e succo di frutta che mi vengono passati insieme allo splendido sorriso della giovanissima Maya Telò. La micro tappa di oggi comprende la navigazione in gruppo sino all'isola di Corfù con sosta nell'insenatura dove sorge il monastero di Panayia e a seguire il porto di Gouvia per fare carburante, visto che domani farò rotta sull'Albania dove non credo di poter trovare punti di rifornimento in banchina. 15° tappa: sono le 08.00 quando saluto gli amici di Milano e dirigo il gommone verso il canale di Corfù che divide l'isola omonima dalle coste albanesi. La prima meta della giornata è il porto di Saranda dove espleterò le incombenze doganali con l'aiuto di Andi Jakai, l'amico albanese che ha partecipato alla realizzazione del Prince 28 Sport Cabin. Tutto fila liscio grazie anche alla presenza di Andi che funge da traduttore simultaneo, anche se devo pagare una pseudo tassa di navigazione (40,00 €) che andrà ripagata in ogni porto dove faremo scalo. Alle 13.30 siamo finalmente pronti a ripartire, parlo al plurale perchè Andi navigherà con me sino al porto di Shengjin, dove arriveremo domani; la navigazione procede sotto costa per ammirare e fotografare queste coste per me ancora sconosciute. Le prime sei miglia sono costituite da scogli rocciosi intervallati da piccole spiagge, poi ci addentriamo in un ampio golfo caratterizzato da spiagge lunghissime; gli insediamenti balneari non sono molti e, per fortuna, sono realizzati senza forzature cementifere ed i pochi turisti presenti sono da reputarsi dei coraggiosi visto quello che offre il meteo di oggi. Una ventina di miglia a nord di Saranda arriviamo dinnanzi ad una piccola penisola circondata da acque cristalline e sovrastata da una grande fortezza di pietra. Il sito è denominato Porto Palermo e la fortezza ha una forma triangolare di 150 x 400 metri e le pareti raggiungono un'altezza di 20 metri; la leggenda dice che Ali Pasha costruì il castello in onore di sua moglie Vasilika mentre il nome di Porto Palermo venne coniato dai soldati italiani che si trovavano in Albania durante la seconda guerra mondiale. Ora Porto Palermo è un luogo turistico aperto a tutti e viene usato spesso come luogo scenografico per riprese foto/video. Riprendiamo la navigazione per doppiare capo Linguetta ed entrare nel grande golfo di Valona in fondo a cui si trova il marina di Orikum dove sosteremo per la notte. 16° tappa: ieri il Prince è stato scelto come sfondo nelle foto di una coppia di giovani sposi e per l'equipaggio c'è stato l'ambito premio del bacio della sposa. Alle 09.00 arriva il furgone con la benzina e mezz'ora dopo possiamo partire per Shengjin, l'ultimo porto a nord della costa albanese. Percorriamo il lungo golfo di Valona passando al traverso dell'isola di Saseno, passaggio obbligato dei gommoni carichi di migranti che in piena notte cercavano di raggiungere le nostre coste. Ieri sera ho parlato con un una persona che mi ha raccontato il calvario da lui vissuto per arrivare nel nostro Paese: dopo una traversata pazzesca lo scafista li ha fatti scendere in acqua nella zona di San Cataldo (Lecce) dove hanno dovuto scalare una scogliera, in molti non ce l'hanno fatta, per trovarsi bagnati fradici, era fine ottobre, e senza denaro perchè lo scafista non ha restituito i soldi che gli avevano consegnato per metterli al sicuro dall'acqua. Al termine del racconto l'uomo ha avuto parole di gratitudine per un signore di Lecce che lo ha ospitato e poi lo ha aiutato a raggiungere Roma, dove viveva la sorella. La navigazione prosegue verso Durazzo che si presenta con una lunghissima spiaggia piena zeppa di grattacieli stile Montecarlo! Scapolato capo Pali ci troviamo al traverso di un micro porto definito “il porto del tedesco”, dato che è stato fatto costruire da un cittadino tedesco; il fondale è decisamente basso e devo stare molto attento nell'avvicinarmi per scattare qualche foto. Da qui in avanti la costa diventa bassa e le spiagge si susseguono a piccole lagune sino all'arrivo nel porto di Shengjin, ultima meta in terra albanese. Grazie ad Andi, che abita in zona e conosce tutti, le pratiche doganali si velocizzano e posso evitare di pagare i consueti 40,00 € che altrove sembravano essere indispensabili, come a dire, furbate che non agevolano certo l'arrivo di diportisti stranieri. Ormeggio al fianco di un grosso gommone della FB Design in dotazione alla Polizia locale e al termine delle incombenze doganali vengo dirottato ad una delle murate del porto commerciale che, per mia fortuna, viene costantemente vigilata da Polizia e Guardia Costiera. 17° tappa: oggi il raid avrebbe dovuto proseguire verso nord per arrivare in quel di Venezia, invece stamattina tornerò sui miei passi per rientrare a Genova; questa decisione è maturata a causa della perdita di benzina dal serbatoio principale che è andata via via aumentando nel corso della navigazione. Per mia fortuna la famiglia Aiello della Nuova Jolly è in vacanza nei pressi di Crotone e con il loro aiuto cercherò di risolvere il problema. La meta di oggi è Otranto, quindi, traccio una diagonale di 115 miglia sul Navman che mi riporterà nelle patrie acque. Il mare è buono e lo resta sino ad una trentina di miglia dalla meta, dove il Maestrale inizia a soffiare deciso su un mare catatterizzato da bassi fondali dove le onde diventano rapidamente durissime. Alle 14.30 entro in porto dove la locale sezione della Lega Navale mi trova un posto in banchina ben riparato della risacca che mi consentirà di dormire come un angioletto. 18° tappa: ieri ho cercato di mettere poca benzina visto che al mio arrivo a Crotone il sebatoio verrà smontato e sostituito con un altro nuovo che Teo Aiello mi porterà da Milano quando scenderà in zona per le vacanze. Navigazione costiera sino al capo Santa Maria di Leuca poi la lunga traversata del grande golfo di Taranto mediante un bel bordo diritto e sono davanti al Kroton Yachting Club dove ormeggio al pontile centrale con i due marinai, Giuseppe e Pasquale, che se la ridono perchè dicono che quell'ormeggio è ormai diventato di mia proprietà per usu capione. Il giovedì successivo con Antonio Aiello svuotiamo il serbatoio, grazie ad una speciale pompa prestataci dall'amico Mimmo Mazza e poi lo smontiamo in attesa di sostituirlo con quello nuovo. E' sabato, e come già avvenuto lo scorso anno, questa sera si terrà un concerto jazz organizzato dallo Yachting Kroton Club che anche stavolta si rivela un vero successo; consueta location per i due bravissimi musicisti che suonano su una piattaforma galleggiante e che, fortuna loro, non soffrono di mal di mare. 19° tappa: prima di partire mi fermo al distributore per fare il pieno, taniche comprese, dato che sino a Reggio Calabria non ci sono più possibilità di far carburante in banchina; consueta sosta in quel di Marina di Cutro dove Teo Aiello mi scatta un po' di foto, poi, rotta su punta Stilo e finale su Roccella Jonica. 20° tappa: la meta di oggi sarà Bagnara Calabra dove sono certo di trovare il carburante dato sono almeno un paio di anni che il distributore di Reggio Calabria è chiuso. Mare calmo e poco vento sino allo stretto di Messina dove trovo il consueto Grecale che soffia deciso sulla prua del Prince; per la verità oggi le onde non appaiono così cattive e questo mi consente di navigare sui 18 nodi senza saltare troppo. All'uscita dallo stretto il mare è tornato calmo e vedendo quei vortici d'acqua e quelle strane onde che nascono dal nulla, non è difficile immaginare quali paure poteva incutere agli antichi naviganti il passaggio tra le famigerate Scilla e Cariddi. 21° tappa: alle 07.30 lascio Bagnara dove ieri ho potuto ammirare e fotografare due delle ultime spatare rimaste per ricordare ai posteri questa tecnica di pesca al pesce spada. Il mare è appena mosso ed il Prince naviga tranquillo sui 21 nodi mostrando sempre il consumo di 1.5 lt/miglio; il conto è facilmente fattibile visto che la sonda carburante segna costantemente 31 lt/h. Sosta d'obbligo al distributore del carburante, poi, entro all'interno del porto verso il pezzo di banchina dedicata al transito; per conoscenza vostra dirò che la zona adibita al transito è segnata da una grossa striscia di colore bianco e queste sono le norme per accedervi: l'ormeggio è gratuito ed è consentito per 48 ore, previa denuncia di arrivo alla Capitaneria di Porto i cui uffici si trovano nelle immediate vicinanze; unica problematica, non tutti i posti sono dotati di corpo morto e, quindi, è necessario filare un'ancora a poppa. 22° tappa: il meteo, visto per caso in tv ieri sera non recitava nulla di buono ma almeno per ora non posso lamentarmi; la destinazione di oggi è Sperlonga ed inizio scapolando capo Palinuro per poi puntare su punta Campanella ed entrare nel golfo di Napoli. Le acque del golfo sono perturbate dal gran passaggio di barche che si muovono in ogni senso rendendo impegnativa la navigazione; di contro, oggi è il 14 Agosto... La navigazione prosegue passando al traverso di Procida da dove il mare inizia a diventare duro con onde frangenti causate dal fortissimo Maestrale che imperversa su questa zona. Per evitare il possibile allagamento del cellulare nel chiamare il Marina di Sperlonga devo ripararmi all'interno del golfo di Gaeta; per fortuna i santi in paradiso in quella zona non mi mancano e alle 16.00 entro nello stretto canale del porticciolo di Sperlonga dove posso inaugurare la nuova pompa di benzina entrata da poco in funzione. 23° tappa: Ferragosto l'ho passato con Michele, Angelo e Corrado mangiando, bevendo e pianificando avventure che difficilmente riusciremo mai a compiere, ma è così bello sognare con gli amici. Oggi la tappa verso Talamone è impegnativa ma, per mia fortuna, il mare si impietosisce e non mi chiede ragione delle libagioni di ieri lasciando scivolare il Prince su un mare appena increspato. Niente da segnalare sino all'arrivo dinnanzi alla banchina dell'amico Cecconata che gestisce numerose boe di ormeggio nella rada di Talamone. Purtroppo non posso ormeggiare alle boe a causa di un'ordinanza della Guardia Costiera che proibisce di pernottare a bordo alla boa. Non è un problema perchè l'amico mi indirizza ad uno dei pontili riservati a barche molto più importanti della mia dove vengo trattato benissimo ad un prezzo davvero modesto. 24° tappa: oggi è l'ultima tappa di questo lungo ed impegnativo raid che mi ha portato in paesi come Tunisia ed Albania con l'intento di offrire l'occasione per una riflessione su milioni di rifugiati e richiedenti asilo che, costretti a fuggire da guerre e violenze, lasciano affetti, casa, e tutto ciò che un tempo era parte integrante della loro vita; inoltre, non dobbiamo dimenticare che dietro ad ognuno di loro c’è una storia che merita di essere ascoltata, una storia di sofferenze, di umiliazioni, ma anche una storia di chi vuole ricominciare a ricostruire il proprio futuro. Le tappe Genova – San Vincenzo mg 110 Miglia totali di navigazione 2.805 Giorni di navigazione effettiva 24 Ore di navigazione effettiva 153 Velocità media 18,33 nodi (33,94 km/h) Consumo totale benzina litri 4.240 Consumo orario 27,71 litri/ora Consumo per miglio 1,51 litri
I protagonisti di Mediterraneo 2013 Il gommone Il Prince 28 Sport Cabin impiegato nel raid Mediterraneo 2013, con i suoi 8,30metri f.t. fa parte della gamma media dei cabinati prodotti dalla NuovaJolly di Bussero (MI).Il gommone si caratterizza per la linea sportiveggiante (da qui il nome) dovuta alla rastremazione dei tubolari e della tuga che, in caso di vento laterale, lascia salire a bordo qualche schizzo d’acqua all'interno del battello. La cabina di prua rappresenta il nucleo centrale del battello e possiede i giusti volumi per dare accoglienza a due persone; l’esemplare del raid era dotato di un locale toilette separato che si è dimostrato funzionale.Questo allestimento, in abbinamento alle ottime doti di navigazione offerte dall’opera viva, fanno del 28 Sport Cabin il battello ideale per un camping nautico senza limiti. La funzionalità della cabina, invece, può essere migliorata con l’inserimento di un portello che consenta di sfruttare come gavone lo spazio interno del vano fronte bagno e dividendo longitudinalmente il grande cuscino prodiero che rende difficoltosa l’apertura del gavone sottostante. Il motore Il battello era spinto da un Suzuki DF250AP (300 hp) accoppiato ad un’elica in acciaio a tre pale da 16” x 18.5”. Il blocco motore propone un’architettura a 6 cilindri disposti a «V» di 55°, per una cilindrata complessiva di ben 4.028 cc. La distribuzione è affidata a quattro alberi a camme in testa che comandano, attraverso una catena, 4 valvole per cilindro ed il variatore di fase. Questo è il primo fuoribordo al mondo a disporre del Suzuki Selective Rotation (siveda in proposito il servizio pubblicato sul fascicolo n. 309, luglio2012), ovvero, di un piede che può funzionare (modificando semplicemente un ponticello elettrico che comanda la centralina e, ovviamente, cambiando l’elica) sia nella classica rotazione destra sia in versione controrotante. I bassi consumi di benzina, assicurati dalla tecnologia Lean Burn (miscelazione magra), hanno contribuito ad aumentare l’autonomia e si sono rivelati determinanti nelle lunghe traversate. Altra nota di particolare rilievo, peraltro riscontrabile anche nei modelli di minor potenza, risiede nel disassamento (offset) tra l’albero motore e quello di trasmissione, una soluzione che consente di ottenere due preziosi vantaggi: lo spostamento del peso del motore verso l’interno dell’imbarcazione e la possibilità di utilizzare un piede con un’ogiva più piccola, quindi, più idrodinamica. Sea Adventure ringrazia: cantiere Nuova Jolly - Suzuki Marine - Sea Best - Cocoon - Stickers Point. | |
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